Cos'è che rende questo album una delle migliori pubblicazioni dall'inizio dell'anno?
Dev'essere la voce di Enzo Moretto, intensa come quella di Thom Yorke o del Chris Martin dei bei tempi di Parachutes. Forse quel pianoforte che con le sue melodie semplicissime ma irresistibili dona un'atmosfera assolutamente originale ai brani più delicati ("Invisible", "Letter To Myself", "Santa Barbara", Panic Attack #3", "Mrs. Macabrette"). O il tono scanzonato ed allegro di "Ease Off The Bit!" e "Cornice Dance", episodi colorati di quella gioia che gli adulti spesso dimenticano.
Contribuiscono sicuramente anche i testi (tutti in inglese), capaci di dar voce a stati d'animo spesso inespressi
"Invisible, I wish I was invisible
And feign to be, to be the wind"
(Invisible)
o di descrivere con pochi tratti personaggi che acquistano immediatamente consistenza
"She's Mrs. Macabrette
She paints her lamps with black
She spreads chrysantenums on her steps
Three black plumes on her hat
Glass buttons on her breast
The cypress bows down on her step"
(Mrs. Macabrette)
Questi ragazzi di Salerno hanno fatto un salto di qualità impressionante, soprattutto se consideriamo il già ottimo livello del precedente "Cuckoo Boohoo" (2004), grazie anche all'attenta produzione di Dustin O'Halloran, fondatore dei losangelini Devics.
Un disco, per concludere, che mi sento di consigliare a tutti e che dimostra come anche in Italia si possa fare Indie senza risultare eccessivamente derivativi.
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Altre recensioni
Di shantaram
Le voci cominciano a rincorrersi cercando spazi fuori dal tempo.
Il disco scorre da solo, un sogno dai mille e più colori.