Se hai gli studi di registrazione più avanzati del mondo ti puoi permettere qualunque cosa, piste su piste di incisioni e correzioni, ma dal vivo se sei scarso casca l'asino e vieni scoperto. I Polar di Stoccolma erano studi eccezionali, e lì che dal '78 i quattro scandinavi maghi del POP costruivano le loro canzoni abilmente come artigiani di una pasticceria dedicata a confezionare micidiali ritornelli e melodie ariose. Ma in veste live i quattro svedesi come se la cavavano?

Nel 1979 si imbarcano nel loro Intercontinental Tour a sostegno di Voulez-Vous, quello che si rivelerà il canto del cigno live produrrà uno spettacolo travolgente e curato nei minimi dettagli. Chi dubitava che dal vivo gli ABBA potessero rendere in modo soddisfacente rimase scottato, band allargata con tastiere aggiunte, percussioni, chitarra solista, coristi e l'ossatura ritmica formata dai formidabili Ola Brunkert, batteria, e Rutger Gunnarson, basso. Scenografie a richiamare i monti scandinavi, colori blu e azzurro che erano in armonia con i costumi di Agnetha e Frida, le famose tutine aderenti che venivano coperte all'inizio da ponchi bianchi, che riprendevano le sfumature dal blu al viola dei ghiacciai svedesi. Impianto audio potentissimo con banco mixer di ultima generazione, tutto fu curato in modo maniacale perché lo spettacolo doveva essere perfetto sotto ogni aspetto. Lo scorso anno ha visto la luce il live integrale, su triplo Lp, del concerto alla Wembley Arena del 10 Novembre 1979. Che dire, sono rimasto sorpreso per la qualità e la resa. I brani più disco dell'ultimo prodotto hanno subito una rinfrescata rock, eccezionali "Summer Night City", "A Good as New" e la cavalcata di "Does your Mother Know". Venticinque brani in scaletta a coprire tutta la produzione del gruppo, da "S.O.S" allo strumentale "Intermezzo No. 1" per un concerto che era di pura gioia musicale, un intrattenimento libero e scanzonato perché la loro offerta era quella di una POP music di qualità elevatissima in un panorama musicale in mutamento come quello di fine anni '70. Gli ABBA catturano qui l'ultimo periodo felice prima dell'incupimento della produzione di inizio anni '80, anche se, come altri hanno sottolineato, nelle loro canzoni c'è sempre un retrogusto amaro e malinconico ben rappresentato dalla melodia di "Dancing Queen" con il suo coro che sembra partire da lontano prima che il canto delle ragazze si inserisca.

In quel tour molti insospettabili erano tra il pubblico, Jimmy Page e John Bonham per fare solo due nomi, segno che lo spettacolo offerto era veramente meritevole. Oggi nel deserto musicale della musica POP la mancanza di una band di questo livello si fa sentire pesantemente, nessuno è stato in grado di coglierne l'eredità perché fare musica POP di qualità è difficile, non ci si può nascondere dietro finte pretese underground bisogna arrivare al sistema limbico del pubblico e travolgerlo se no si fa solo dell'amara spazzatura.

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