Rinati dalle ceneri.

Solitamente si dice "Non c'è due senza tre", ecco, per una volta mi trovo d'accordo. Chiariamo, non sono mai stato d'accordo con progetti tipo reunion, collaborazioni fra membri di band ormai sciolte, e cose simili. Soldi, soldi, e solo soldi.

"Oh, ma come ti permetti? Lo facciamo per i nostri fan e la musica! Sono solo loro che contano! (...) Sì vabbè, loro e anche il mio villino a L.A., poi il Ferrarino che faccio, me lo finisci di pagare te?"

Basta guardarsi dietro negli anni, KISS, Van Halen, o volendo andare in temi più recenti, Dokken e Guns N' Roses. Risultato? Cantanti senza voce, musicisti che se ne rimangono nel loro angoletto a suonare la canzone, senza interagire nè con il pubblico, con il solo pensiero di tornare a casa e mettersi a contare il gruzzoletto guadagnato.

Una furia cieca.

Ecco perchè quando nel 2010, quando uscì la notizia della reunion degli Accept, anche senza Udo, non ero più che convinto. Certo, se avessi constatato che anche il gruppo al quale ero rimasto più fedele, se vogliamo usare questo aggettivo, negli anni si fosse ridotto come le prime due band sopracitate, non saprei che avrei fatto. Anno dopo anno invece, concerto dopo concerto, gli Accept hanno saputo rimettersi in piedi, mostrando una costanza e una tenacia invidiabile. Arrivando nel 2014, e pubblicato il terzo LP "Blind Rage", la band tedesca sembra essere tornata ai fasti degli anni 80',anche se ancora più esigenti sono le richieste dei fan per la prossima uscita.

"Lo vogliamo più diretto!" "Basta con quest mid-tempo, ci hanno fracassato i....!" "Rivogliamo Udo alla voce, o giurin giurello che non vi seguo più!"

Richieste accontentate, quindi? Sì e no. Diciamo che il gruppo capitanato da Wolf Hoffmann non è quel tipo di band propensa a cambiamenti nel suo genere, non troppo diretti perlomeno. Ma non serve neanche la solita minestra riscaldata come altri gruppi fanno da un paio d'anni a questa parte (Grave Digger...no, nessuno?). La notizia di un nuovo album nel 2017 aveva quindi l'obiettivo di consolidare il sound, dimostrare di non essersi ancora arresi, di non aver perso l'ispirazione.

E caos fu...

"The Rise Of Chaos" come detto, si portava dietro parecchie responsabilità, che sono state più o meno rispettate. L'innesto di Uwe Lulis alla chitarra ha fatto più che bene al gruppo, svecchiando il sound di Hermann Frank, storico chitarrista degli Accept ritiratosi per problemi alla schiena, contribuendo ad "appesantire" ulteriormente lo stile degli Accept. E anche il relcutamento di Christoper Williams, batterista che prendeva il posto di Stefan Schwarmann, è stato più che logico, e data prova anche delle sue ottime performance live, non ci poteva proprio lamentare. Accompagnato da una copertina più che adatta al titolo dell'album, "The Rise Of Chaos", aveva davanti a sè tutte le prerogative per accaparrarsi il titolo di migliori album heavy metal dell'anno...Ma non è successo. Pezzi tirati e veloci come la Titletrack o "Carry The Weight" sono tipicamente nello stile del gruppo, e anche altre canzoni più contenute riescono a dire la loro, come "What's Done Is Done", (ottimo lavoro di batteria) che però assomiglia terribilmente nel ritornello alla seguente "Worlds Colliding". Parlo anche di pezzi non sfruttati al massimo della loro capacità, come "Koolaid", introdotta da un gran bel riff, ma che non riesce totalmente ad emergere. Discorso contrario per la bellissima "Die By The Sword", o "No Regrets", che nella parte centrale offre uno stacco melodico pazzesco. "Analog Man" invece sembra essere uscito da un album primi anni 2000 dei Saxon, da quanto coinvolgente riesce ad essere.

Oggettivamente, criticare "The Rise Of Chaos" per non aver rispettato le aspettative sarebbe molto discutibile, ma avrebbe anche un fondo di verità. La leggera mancanza di idee che era evidente in "Blind Rage" continua ad essere presente anche in questo disco, ma non una mancanza così grande, a mio parere. Va anche detto che questo "The Rise Of Chaos" è molto probabilmente l'album in cui Hoffmann riesce a dare una prova alla chitarra da maestro, e anche nei testi, il che è un ulteriore punto a favore per questa uscita. Citando i Cirith Ungol... Chaos descends!

3.5

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