Ci fu un periodo della mia vita in cui, con due miei cari amici, decidimmo boicottare quella noiosa vita di bar di provincia. Passavamo i pomeriggi e le sere in mezzo ai campi, a volte pescando di frodo e dibattendo i piú svariati temi, dei quali il piú ricorrente era la psicoanalisi. Dovevo sempre affrontare la questione in antitesi con i miei due contendenti; loro entusiasti delle letture di Jung e difensori implacabili del modello introspettivo razionale ed io portavoce dell´uomo cosmico in una sorta di irrazionalismo spirituale suggeritomi dalle letture di mistica orientale.


La questione della psicanalisi, non mi há piú sfiorato per un vent´ennio, relegata in scatola impolverata nell´archivio della mente sotto la voce; cura poco efficace per malesseri borghesi.

Solo l´incontro con la somaterapia, una decina di anni fá, ridesto in me un poco di interesse per le teorie orgasmiche di Wilhelm Reich, ma di quello giá da anni ne avevo le mani piene.


Poco tempo fá vidi questo rivelatore documentario che mi costrinse a prendere quella scatola e trasferirla vicino ad archivi ben piú importanti; i fatti storici cruciali del nostro secolo. Ossia, scopro che la psicoanalisi viene utilizzata come strumento del controllo di massa. Era logico? Evidente? Puó essere. Ma come é possibile che un elemento fondamentale per la formazione della nostra societá mi sia sfuggito cosí? É una mia lacuna oppure é un elemento ancora occulto?


Sta di fatto che questo documentario illustra dettagliatamente fatti storici e sociali attraverso filmati dell´epoca e interviste che rendono incontestabili i contenuti. Il documentario é diviso in quattro parti di circa un´ora ciascuna, e dato che il processo narrativo é lineare, dagli anni venti agli anni novanta, mi permetto di riassumere il contenuto della prima parte:



Le idee di Freud non erano ben accette nella societá austriaca del suo tempo, ma la prima guerra mondiale sembra dargli ragione, mostrando quanto pericolosi sia quando gli istinti primordiali dell´uomo quando vengono liberati. Proprio con l´entrata in guerra degli stati uniti, Woodrow Wilson decide di creare una campagna indirizzata ai media in modo da ottenere consenso per l´impresa bellica. Nasce cosí la propaganda (termine abbandonato dopo che venne utilizzato dai nazisti in favore di "relazioni pubbliche"). Il personaggio chiave di tutto ció porta il nome di Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud. Dopo il sucesso ottenuto con la propaganda, si decide ad utilizzare le idee dello zio per arricchirsi e in tempo di pace lavora per le grandi industrie, associando i prodotti con i desideri e sentimenti piú irrazionali. I metodi di Bernays cadono a pennello per le grandi corporazioni che hanno paura di una crisi di sovraproduzione, dovuta al forte investimento in infrastrutture durante la prima guerra mondiale. Quale migliore opportunitá per trasformare la cultura della necessitá in quella del desiderio, dando origine ad una nuova societá, quella del consumo.


La conseguente pubblicazione dei libri di Freud negli stati uniti creó un fermento presso gli intellettuali dell´epoca, le nuove idee, cioé che gli esseri umani potevano catalizzare le forze distruttrici inconsce (quello che si pensava fosse accaduto nella rivoluzione russa) metteva in discussione uno dei principi democratici secondo il quale ci si puó fidare dei cittadini. Bisognava allora pensare ad una nuova democrazia, che fosse in grado di controllare questi istinti attraverso tecniche psicologiche. Questa nuova direzione venne indicata da Walter Lippman e subito abbracciata da Bernays come una grande opportunitá per fare in modo che questi istinti venissero mitigati attraverso il consumismo. Nasce l´ingegneria del consentimento, che progetta una societá il cui centro é l´individuo di consumo, in grado di mantiene in salute l´economia e diventare, attraverso il soddisfacimento dei propri desideri piú inconsci, felice e docile, perfetto per una societá stabile.


Tuttoció fino al crollo della borsa del 1929, dove ci sará quella che forse é l´ultima reazione dello stato di fronte al liberalismo piú sfrenato, ossia il New Deal di Delano Roosvelt. Ma le grandi corporazioni di certo non se ne staranno com le mani in mano, ed ecco che rispunta di nuovo il nostro Bernays...


Qua mi fermo. Ci sarebbe molta altra carne da mettere al fuoco, troppa. Ma la genesi della formazione delle societá contemporanee occidentali é questa. Non ritengo necessaria alcuna osservazione personale. Questo scritto nasce dalla volontá di diffondere queste informazioni, che tutti dovremmo conoscere, per capire meglio come si é generato l´ambiente nel quale viviamo.

La visione del documentario diventa quindi doverosa, se abbiamo della sana curiositá o quella volontá di sapere, di capire il mondo nel quale viviamo, per rendere piú trasparenti certi aspetti che permeano la nostra societá e la nostra povera democrazia e chissá, magari cercare di cambiare qualcosa nelle nostre vite.





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