"il grande e irreprensibile Adriano Celentano. Non sapevo facesse anche cartoni animati.."

Nel 2019 possiamo letteralmente aspettarci di tutto. Ogni giorno qualche fenomeno da baraccone ci strappa un sorriso d'imbarazzo allietando le nostre giornate grigie e monotone mentre sui social nascono nuovi meme e tormentoni. Poi arrivano anche le polemiche, politiche e sociali, da parte dei nostri amati 50enni su facebook, quelli che "ai miei tempi c'era più disciplina", "i calciatori guadagnano troppo e i muratori poco", "quando c'era lui..." eccetera.
La polemica stavolta riguardava il nostro molleggiato nazionale, Adriano Celentano, perché la pubblicità della sua serie tv animata "Adrian" quando partiva risultava più alta di almeno 10 decibel rispetto alle altre pubblicità, praticamente un tutorial su come far venire un infarto ai vecchietti cardiopatici sintonizzati su Canale 5. Per non parlare della pubblicità stessa, dove Celentano canta la sua prisencolinensinainciusol nel cesso di casa sua davanti allo specchio con una telecamera mentre la sua faccia assume sembianze di uno con la Tourette. In breve questo Adrian pare essere un progetto che va avanti nel 2009 tra cancellamenti, rinvii e cambi artistici, sembra essere costato parecchi soldi e prima dell'inizio delle puntate si è organizzato addirittura un mini spettacolo di apertura dove tra l'altro un pubblico pagante avrebbe visto gli episodi proiettati in diretta tv.

Già la pubblicità fa discutere molto, se si aggiunge il fatto che pare una roba realizzata con un budget di 5 euro e con animazioni al computer degne di windows movie maker la domanda sorge spontanea: la serie di Celentano sarà perlomeno "guardabile"?

Risposta breve: manc po cazz

Risposta lunga: Adrian, la "Serie evento" (lol) di canale 5 è un gigantesco autopompino dello stesso Celentano dove il nostro, disegnato come un giovane "alla vecchia maniera" si proclama salvatore di un'Italia distopica in stile Matrix. Ogni cosa in questa serie è sbagliata, a partire dalle animazioni: se penso che il progetto artistico è stato affidato a Milo Manara e quello che ne è uscito fuori pare una parodia dei cartoni di Gesù su Rai 2 è normale restare un poco incazzati. L'animazione, soprattutto degli sfondi, è macchinosa e parecchio retrograda se comparata ad altri lavori 2d recenti (la casa di questa immagine rende l'idea dello sforzo tecnico impiegato dallo studio nordcoreano ingaggiato per animare sta cafonata). Per un programma in prima serata in tv nazionale non è un bel vedere, però per la gioia dei segaioli più accaniti il protagonista crede nell'amore come "l'unica cosa che ci salverà": e per testare meglio questa profonda filosofia di vita il protagonista tromba come se non ci fosse un domani, sbattendo culi animati in faccia allo spettatore ogni 10 minuti. Poi non dite che mediaset censura gli anime (però i pseudo-porno hentai di Celentano in prima serata vanno bene, ok mediaset).

Ma, oltre all'animazione oscena, non funziona proprio nulla. Il personaggio di Adrian, alter-ego di Celentano, è la summa di tutto l'egocentrismo del vero molleggiato trasposta su un cartone animato: è un orologiaio (nel futuro digitalizzato esistono ancora gli orologiai a quanto pare) che nel tempo libero si intrufola nei concerti per cantare le canzoni di Celentano (strano) come forma di protesta per la società in cui vive e la sua casa ha sede in Via Gluck (purtroppo è tutto vero), l'unico quartiere della città sopravissuto all'omologazione della società distopica in cui vive ma che pare un paesino italiano degli anni '60. E no, questa non è una critica becera alla società come una canzone qualsiasi di Fedez, è molto peggio: è dire in faccia a tutti che ce l'hai più grosso e solo tu hai la soluzione di tutti i problemi. In poche parole Adrian è l'eroe perfetto, intoccabile e solo lui ci salverà da tutti i problemi del mondo. E come? Ma è ovvio, limonandosi pure i cicciobelli.

E poi ci sono i giovani, dipinti come punkabbestia che devono per forza avere tutti pensieri sessuali misogini. Ma del resto la società fittizia descritta nel cartone è l'equivalente della pagina facebook di un 50enne, una visione tutta uguale e stereotipata dei giovani d'oggi manco fossero novelli Hitler. E parlando di stereotipi non dimentichiamo che l'organizzazione criminale che Adrian combatte si chiama Mafia Inernational e ha sede... a Napoli.

*92 minuti di calci in culo*

solo con questo colpo di genio potremmo concludere ogni discorso su questo novello capolavoro trash, ma non finisce qui: il pre-puntata, animato da alcuni comici tra i quali Nino Frassica, Natalino Balasso e Giovanni Storti è risultato forse l'unica parte vagamente guardabile di tutto il programma, forse anche per il mega trollaggio da parte di Celentano che si presenta sul palco standosene in silenzio, sorridendo sotto i baffi e beccandosi insulti per poi andarsene dopo 3 minuti.

Comunque, aldilà delle cazzate, Adrian rappresenta perfettamente il problema che affligge l'Italia in questi tempi: il non riuscire a parlare ai giovani, che anzi giustamente deridono questo tipo di prodotti che invece di provare a costruire un ponte tra il vecchio e il nuovo finiscono per ostentare la differenza di mentalità tra un italiano medio che guarda Barbara D'Urso e un giovane ragazzo che si guarda una serie su Netflix o una partita su Dazn. Celentano voleva dare lezioni di vita rivolte ai più giovani ma il risultato è un'opera autocelebrativa e confusionaria che Kanye West levate, e invece di passare come una fonte d'ispirazione si è trasformato in un vecchio egocentrico con ideali rilegati agli anni '60.

In ogni caso ringrazio Celentano per avermi provocato gli incubi (e risate) con la sua bellissima faccia.

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