Quando si sta' per dare in pasto ad un qualsiasi lettore un disco live degli anni '70 la prima cosa da fare è allacciarsi le cinture e prepararsi ad un viaggio nel cuore dell'essenza dei live; perchè è proprio nei '70 che i concerti diventano riunioni di massa di gente che vuole solamente sentire della fottuta musica senza guardare troppo alla qualità dei suoni.

E così diventano grandi band come The Rolling Stones, The Who, Faces, e nella seconda metà dei settanta una band americana che con un rock con influenze blues e hard da' il meglio dal vivo che su disco, forse.....
L'Aerosmith in questo live macina i suoi più grandi successi passando dal rock-blues (Chip away the stone, Come together, I ain't got you, Train kept rollin', ecc.), all'hard rock (Back in the saddle, Walk this way, Mama kin, ecc ), ad un classic rock molto piacevole (Dream on, Toys in the attic, ecc.).

La band è veramente affiatata, difficilmente finisce un pezzo senza che ne sia attaccato subito un altro; Tyler manda in delirio il pubblico con la sua voce sexy, Perry violenta la chitarra con soli prepotenti e riff aggressivi, Whitford è un buon ritmico, e anche un buon solista a sentire l'assolo di I ain't got you, la sezione ritmica sostiene il tutto perfettamente.
L'unico punto debole del disco è forse l'atmosfera eccessivamente coincitata ed affiatata, e con attenzione è possibile percepire lo stato di tensione che si respirava all'interno della band, forse le prime incrinature che di lì a due anni avrebbero fatto crollare, almeno per un po', questa grande macchina del rock.

Questo è l'Aerosmith quando ancora volava molto, molto in alto.

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