Il concerto degli Agnostic Front che si è tenuto al Koko club di Castelletto Cervo, era in verità un mini festival hardcore che ha visto salire sul palco prima della storica band newyorchese altri quattro gruppi. Inizialmente programmato a Milano e in seguito spostato in terra biellese, facendo ritornare Biella indietro di almeno dieci/quindici anni, quando inbattersi in concerti di questo genere era prassi quasi settimanale nello storico locale Babylonia. Proprio al Babylonia avevo visto l'ultima volta Stigma e soci, erano i tempi di album come Somethigh's gotta give e Riot Riot upstart, dischi carichi di street punk/Oi. Ora gli Agnostic Front sono reduci da un disco come Warriors che strizza l'occhio al thrashmetal/core soprattutto nella produzione e lo si è visto anche in sede live questa sera con la formazione a due chitarre.

Ad aprire la serata alle nove di sera in un locale ancora semi-deserto sono i tedeschi Crushing Caspars, quartetto dedito ad un punk/core divertente e da oktoberfest, conosciuti in patria, un pò meno da noi, vedono  nel mastodontico cantante Snoopy un simpatico cerimoniere di divertimento che più avanti si scoprirà anche roadie degli AF.

Mentre il Koko si va lentamente riempiendo, raggiungendo solo il culmine con la prova degli headliner, salgono sul palco i floridiani Call to Preserve, in verità il gruppo che mi è piaciuto di meno, vuoi per la poca personalità dei componenti o per i pessimi suoni, non mi hanno convinto particolarmente con il loro Hc old school.

A salire per terzi sul palco i torinesi Concrete Block, nuovo progetto che vede impegnato al microfono Saverio ex Woptime. Chi conosce Saverio sa la sua professionalità (non è difficile scorgerlo per il locale a fare esercizi di stretching pre-concerto) e la sua dedizione totale allo spirito hardcore che talvolta potrebbe essere scambiata in presunzione o cafonaggine, ma che a conti fatti dà i suoi risultati. I Concrete Block risulteranno a fine serata l'unico gruppo tra i quattro apripista a scatenare reazioni tra il pubblico e questo grazie sia all'attitudine e alla voce di Saverio che alla musica del suo gruppo, un concentrato di Thrashmetal/core tanto debitore al thrash bay area negli assoli del bravo chitarrista, sicuramente di scuola metal,quanto a gruppi come Merauder e Fury of five.

Ultimi, prima dei grandi attesi Agnostic Front, i This is Hell, newyorchesi, autori di un classico HC newyork sound con il bello e dannato cantante Travis, in divisa e nuovo taglio di capelli quasi Emocore, con un giubbetto di jeans raffigurante un Gallagher bros(Oasis) sul retro e un chitarrista dalle movenze e spaccate  in pieno stile Scott Ian degli Anthrax.

Quando salgono sul palco gli Agnostic Front il locale è pieno e dalla prima nota, seguente l'intro, a scatenarsi è una bolgia completa che durerà fino a fine concerto. Ecco, per chi non avesse mai visto un concerto hardcore, questa era l'occasione per vedere concentrate tutte le caratteristiche e l'attitudine che si celano dietro ad uno stile oltre che musicale, per molti è anche di vita. Avrebbe così visto cosa vuol dire rendere il pubblico partecipe all'evento con un Roger Miret, ancora in buona forma, richiamare il pubblico a partecipate a circle-pit furibondi o stage diving infiniti fatti sia da ragazzine minute come da maschi assai in carne e pericolosi. Bella poi la scena che vede protagonista un giovanissimo fan (sarà arrivato a malapena a toccare i dieci anni) notato in sala da Vinnie Stigma e invitato a seguire l'intero concerto seduto su un lato del palco.

Venendo alla parte musicale, come dicevo, ho ritrovato una band a cinque con il nuovo batterista Pokey Mo e il chitarrista Joseph James ad irrobustire il suono della chitarra del sempre simpatico Stigma, fondatore del gruppo. A completare la formazione il bassista Mike Gallo, ormai da anni in seno al gruppo.

La setlist ha ricoperto quasi tutta la carriera, andando da una vecchissima "United blood" e "Victim in pain" del debutto datato 1984, passando per l'anthemica "Crucified", toccando con "New Jack" il sottovalutato "One voice" che vide il loro ritorno sulle scene dopo la prigionia di Miret. Acclamate "Gotta go" diventata a tutti gli effetti il loro nuovo inno e che ha visto l'invasione totale del palco da parte dei fans, "Riot Riot Upstart" e la scheggia "Police State" (invettiva contro l'allora sindaco di New York ,Giuliani) da "Rio Riot Upstart", album del 1999 e le più recenti "All is not forgotten" e "For my family" estratta dall'ultimo Warriors.

Quarantacinque minuti di set ed un Miret grondante sudore possono bastare per queste glorie del punk americano, che hanno dimostrato ancora una volta che certa musica e certi ideali non svaniscono con l'età (ricordiamo che gli Agnostic Front sono in giro da circa trent'anni ormai) ma che casomai si rafforzano e si amplificano acquistando sempre nuovi adepti. 

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