Flowers Are Blooming in Antarctica di Laura Agnusdei
Con Flowers Are Blooming in Antarctica, Laura Agnusdei costruisce un’esperienza sonora che sfugge a ogni classificazione semplice. Sì, c’è il sassofono – compagno fedele e riconoscibile – ma ridurre questo lavoro a un disco “jazz” sarebbe un errore grossolano. L’artista bolognese, già nota per la sua capacità di ibridare linguaggi e mondi musicali, qui compie un passo ulteriore: fonde elettronica, suggestioni afro-americane, ambient e field recordings in un continuum di suoni che si stratificano come ghiaccio e fiori sotto la superficie antartica evocata dal titolo.
Gli otto brani che compongono l’album, per un totale di circa quarantacinque minuti, si muovono come organismi viventi, respirano, si espandono e si contraggono. Non esistono confini netti: un drone elettronico può aprirsi in una melodia di sax dolcemente malinconica, mentre un rumore ambientale – il vento, l’acqua, il respiro – diventa ritmo o armonia. È una musica che si ascolta con il corpo prima che con la mente: pulsante, ipnotica, ma anche profondamente meditativa.
Agnusdei riesce a coniugare sensualità e intelligenza, immediatezza e complessità. Ogni traccia è un piccolo ecosistema in equilibrio precario, in cui il calore umano dello strumento a fiato si confronta con la freddezza elettronica delle macchine. L’effetto è affascinante: un dialogo costante tra organico e sintetico, tra natura e artificio, tra introspezione e movimento. Ci si può alzare e danzare, lasciandosi trascinare dai battiti sottili, oppure restare fermi e contemplare, ascoltando come si fa con un grande disco che chiede attenzione e silenzio.
Il paesaggio evocato è quello di un’Antartide interiore, un luogo sospeso dove i fiori sbocciano nonostante il gelo. È metafora e realtà sonora insieme: Agnusdei non descrive, ma evoca, non racconta, ma fa percepire. Ogni suono sembra provenire da un altrove che è al tempo stesso fisico e mentale, un territorio di esplorazione sensoriale e spirituale.
Flowers Are Blooming in Antarctica è un viaggio, un invito all’ascolto profondo e libero da etichette. Laura Agnusdei conferma di essere una delle voci più originali della scena contemporanea, capace di trasformare il sax in strumento di pura sperimentazione emotiva e sonora. Un album che non si limita a esistere, ma fiorisce – come i suoi titoli promettono – anche nei luoghi più inaspettati del nostro immaginario.
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