Perdersi, senza aver paura dell’oscurità, senza temere quelle ombre che avanzano solenni. L’amore muto e plastico, che non proferisce verbo ma di tutto è sapiente.
Architettura Bauhaus del sogno dove ogni nota di quel piano elettrico è scintilla di luce ed ogni pausa un respiro smorzato.
Il sax, languido e sospeso, è una goccia che scivola su una foglia di magnolia, mentre la voce di Gordon Tracks – alias Thomas Mars – è un’eco lontana, un ricordo smarrito che stenta a ritrovare la sua epoca, distillato di tenerezza e nostalgia.
Battito sommesso di un cuore adolescente, fremito di un amore che riservato nasce tra le crepe di un cortile scolastico, tra le ombre eterne di un pomeriggio d’estate. Malinconia che non fa male, desiderio che non brucia.
Nel 1999, Sofia Coppola, al suo debutto alla regia, contatta il duo francese Air — composto da Nicolas Godin e Jean-Benoît Dunckel — per comporre la colonna sonora del suo film “The Virgin Suicides”, tratto dal romanzo di Jeffrey Eugenides. Coppola desiderava un sound etereo, nostalgico e profondamente evocativo, capace di incarnare il senso di mistero e desiderio che permea la storia delle cinque sorelle Lisbon. Air, reduci dal successo di “Moon Safari”, accettano la sfida e si chiudono in studio per un weekend intensivo. Per la voce principale del brano “Playground Love”, i due chiamano Thomas Mars, cantante dei Phoenix e amico d’infanzia di Godin a Versailles. Mars, per distinguersi dal suo gruppo, assume lo pseudonimo di Gordon Tracks. In un curioso intreccio del destino, Mars diventerà anni dopo il marito di Sofia Coppola. Il brano nasce da una scena specifica del film: Trip Fontaine e Lux Lisbon distesi sul pavimento, immersi in una tensione erotica e adolescenziale. Dunckel racconta che fu proprio quella scena a ispirare il titolo “Playground Love”, un amore acerbo e scolastico, vissuto tra i corridoi e i campi da gioco. La musica è costruita su un tappeto di synth morbidi, con una linea di sax suonata da Hugo Ferran che attraversa il brano come un sospiro languido. Il testo, scritto da Mars, è semplice e diretto: “I’m a high school lover / and you’re my playground love”, evocando un amore giovanile, ossessivo e dolce, ma già segnato da una malinconia profonda. Il brano viene pubblicato come singolo il 17 gennaio 2000, anticipando l’uscita dell’intera colonna sonora il 23 febbraio. Il disco riceve ampi consensi, viene nominato ai Brit Awards come miglior soundtrack e viene inserito da NME tra le migliori colonne sonore di tutti i tempi. La canzone diventa un simbolo del film, tanto da essere usata anche nel trailer e nei titoli di coda. “Playground Love” è un esempio perfetto di come la musica possa amplificare il linguaggio del cinema, e di come un brano possa nascere da un’immagine, da un’emozione visiva, trasformandosi in un’icona culturale
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Di Bruinen
Architettura Bauhaus del sogno dove ogni nota di quel piano elettrico è scintilla di luce ed ogni pausa un respiro smorzato.
Playground Love è un esempio perfetto di come la musica possa amplificare il linguaggio del cinema, e di come un brano possa nascere da un’immagine, da un’emozione visiva, trasformandosi in un’icona culturale.