Al Mukawama, mi pare che in arabo significhi Resistenza... eh eh, 2003, esce questo cd, in piena foga rivoluzionaria lo compro con grandi aspettative. 25euro. Prego? 25euro. O'Zulù il proletario, quello dei quartieri popolari di Napoli, della 99posse del Communtwist, mi fa spendere 25euro dopo tutte le pippe attaccate sul '77 e la spesa proletaria?
In copertina Marcos. Bè interessante, roba no-global, pensai.
Tutti i titoli (tranne "Fame Chimica" e "O Ball're Pezzient) sono in inglese, le canzoni per metà sono in inglese. Si scagliano contro la globalizzazione, come? in Inglese... ohpperdio.
Un'amica mi fa: "i 99 si riuniranno! Torneranno a cantare insieme!". Grazie a dio no, ciò che resta di loro: Al Mukawama e Meg. Woah!
Ok, recensiamo
il cd apre con "Peace", tanto per cambiare, d'altronde stiamo nel 2003 e sta parola va di moda. Una pappardella anglo-napoletana, della quale un romano zoticone come me non ha capito niente.
La musica, la base, elettronica... pura robaccia. Il dj, un certo Dj Perch, mixa alla voce di Zulù e Papa J intermezzi inglìsc e arabeschi; questo potrebbe pure essere ok, se si trattasse di un gruppo sperimentale-alternativo, ma questi sono un gruppo antagonista, che odia l'america! eccheffà mischia l'arabo con l'americàn??? ok, lo ammetto, non è una recensione è uno sfogo,
Non si può essere di sinistra e vestire tutte quelle marche lì dietro, predicare pace in "Peace" e poi voler ammazzare gl'israelita (a morte la bestia (riferito ad israele)) in "Flowers Of Filastine", parlare di ganja in "Ganja Smokas" e cantare che Zulù non ha soldi per comprarne altra... come non ha soldi!!!
Si scagliano contro la guerra e portano kefie su mimetiche, come i soldati anglo-americani, vogliono fare fuori chi non è daccordo con loro, e non riescono neppure ad elevarsi dalla marmaglia politica (come sa fare Giovanni Lindo Ferretti, che è parecchio di sinistra e i Modena City Ramblers ogni tanto), dando pretesti agli altri partiti di dire: "guarda che merda sta sinistra extraparlamentare" ("Making History").
Campano grazie a multinazionali e finte controtendenze, hanno il centro sociale al centro di Napoli nella zona ricca, hanno soldi a palate, e ancora ci vengono a cantare di come sia ingiusto e antiproletario il mondo oggi, di come tutto vada male... E' facile fare la rivoluzione, al calduccio della propria casuccia... o del proprio centro sociale di Via Toledo 106.
Non mi ricordo che scrittore criticò O'Zulù dicendo: "vorrei vederlo in fabbrica", l'eroe del proletariato rispose (non sono testuali parole, ma più o meno era così, e il concetto è questo): "sono solidale col proletariato, ma non andrò mai a lavorare sotto salario, non mi arrenderò così al padronato".
Scusate ma non è la stessa persona che in "La Vida Que Vendrà" si cala nella parte del proletario e denuncia le condizioni dei lavoratori italiani con "Povera Vita Mia"?
Ah, si è lui?
...
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