Tradizionale citazione iniziale (quasi) fuori luogo ma che piace molto a noi giovani:

"Che soddisfazione c'è a tifare Juventus, Milan, Inter...? Vincono sempre, finisci con l'annoiarti: meglio tifare la Cremonese, che è sempre una sofferenza" (E.V. Mio commilitone in quel di Trieste, Dicembre 1995)

"Sapessi tifare il West Ham..." (mia risposta)

Gente che non è più con noi:

Sia Alan Clarke (regista) che Al Ashton (sceneggiatore) ora seguono la Premier League da un'altra dimensione: questa recensione è dedicata a loro.

Piccolo Glossario for Dummies: 

Heysel e Hillsborough: per non dimenticare...e per chiarire che il sottoscritto non intende con questa recensione mitizzare nulla ma solo parlare di un film che, nel bene e nel male, lo ha emotivamente coinvolto.

Hooligan Firm od Hooliganism: Aggregazione/i organizzata/e di individui, accomunati dal tifo per lo stesso team, il cui unico interesse è creare scompiglio, disordini, incidenti, risse etc. etc. collegati (anche se spesso lontani sia nello spazio che nel tempo allo svolgimento dei match) al mondo del Calcio. L'Hooliganism inglese nasce apolitico, senza interessi economici e senza nessun scopo razziale ma solo con l'obiettivo del disordine sociale fine a se stesso. In Italia il discorso è sensibilmente diverso. 

I.C.F: L'Inter City Firm ("protagonista" del film in questione, anche se il nome viene cambiato in Inter City Crew) è tra le più famose "organizzazioni" di hooligan del Regno Unito: "legata" al West Ham Utd. ed operativa tra gli anni '70 ed i '90, in Italia è divenuta famosa soprattutto per il libro di Cass Pennant.

Parole:

Bex, un agente immobiliare sposato con un figlio, è a capo di un gruppo di hooligan (non credo che il plurale "hooligans" sia accettato in italiano): in previsione del Campionato d'Europa del 1988 (in Germania)  tenta di riunire gli altri più importanti gruppi inglesi in un Firm nazionale, così da poter affrontare più compatti  i "supporter" olandesi. Ovviamente si propone come leader ma la cosa non sarà accetatta dagli altri capi... 

"Ultimo Stadio" non è, dal punto di vista cinematografico, un grandissimo film: lo stile è un misto (inevitabile visto che fu prodotto, nel 1988, dalla e per la BBC) tra fiction televisiva (quella britannica però, non le brutture italiche) e documentario, la regia è asciutta (facilitata pure dalla breve durata: poco meno di 70 minuti), senza particolari tocchi stilistici, e la sceneggiatura essenziale (necessariamente volgare, a tratti, ma mai "sguaiata"), tra gli attori segnalo, giovane ma bravo come sempre, il mio idolo Gary Oldman.

Non un capolavoro, come detto, ma ha il merito di essere il (almeno a mia memoria e secondo le mie informazioni: se sbaglio mi picchierete...) primo e tutt'ora (sempre a mio gusto) miglior film a trattare il problema della violenza organizzata negli (ma anche fuori) stadi: migliore perchè lo fa mettendoci zero poesia (rischio sempre concreto) ma solo fredda e lucida cronaca, migliore perchè fu il primo a scoperchiare il vaso di Pandora e rivelare (pubblicamente) che gli hooligan, o la stragrande maggioranza di essi, non provenivano dalle classi disagiate della società ma da quella famosa middle class sempre croce e delizia di tutte le società occidentali. Più una denuncia che un film, quindi, e fortunatamente la scelta di mantenere uno stile sobrio (che comunque non lesina momenti di tensione violenta) finisce con esaltare solo i contenuti documentaristici senza il rischio di creare facili (e dannosi) miti.

Per concludere:

Io ho il film, doppiato in italiano, in un vhs registrato negli anni '80 (ero appena diventato tifoso del WHUFC guarda caso...) dall'allora Fininvest, credo che sia possibile trovarlo ancora solo in lingua originale sui vari siti di vendita diretta di dvd: se foste in possesso qualche informazione in più sull'esistenza di una versione italiana in dvd la mia riconoscenza per voi sarebbe eterna.

Mo.

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