New York 1947. Stingo (un giovanissimo Peter McNicol) arriva a New York con un sogno da realizzare.    fa amicizia con una coppia:  l’affascinante Nathan  (Kevin Kline) e Sophie  (Meryl Streep), una  splendida donna polacca scampata all’Olocausto. 

Sophie si accorge dell’innocenza e della capacità di ascoltare di Stingo, e allora comincia a parlare con lui, per tirare fuori tutto quello che la tormenta e la sta divorando dentro. In una serie di agghiaccianti flashback, Sophie, lentamente, in diversi momenti, racconterà la sua storia, dall’evento meno traumatico fino alla terribile “scelta”  che la segnerà  per sempre.   

Il senso di colpa di Sophie affiora, da subito, in tutta la sua crudeltà e follia.  

Alla fine, la donna si lascerà amare da Stingo, ma solo per una notte. Poi  tornerà dal suo Nathan. Ha compreso l’amore sincero  di Stingo per lei - e qualunque altra “donna normale” si sarebbe buttata tra le sue braccia davanti  tanta sincerità  -  ma il suo senso di colpa  è così  grande da sentirsi indegna di ricevere tanto amore gratuito.    Con Nathan  compirà  un atto autodistruttivo col quale si  autopunirà  definitivamente.   

Il più  grande  film sul senso di colpa che abbia mai vistoperché non descrive semplicemente il senso di colpa,  come fanno tanti film, ma il senso di colpa più terribile:  quello   di una persona  credente:  Cristo ha voltato la sua faccia via da me.  Gesù  non  ha nessun interesse per me (….)  mi ha lasciato vivere con la mia colpa”. 

Immensa Meryl Streep, capace di parlare polacco, tedesco (con accento polacco), e inglese (con accento polacco),  in quella  che  viene  generalmente considerata la più  grande interpretazione femminile di sempree che, come lei disse,  mi portò sull’orlo dell’esaurimento fisico e nervoso”.  La scena della “scelta”  fu  girata  dalla  Streep  in  un solo  take, perché, essendo troppo dolorosa”, si rifiutò di girarla una seconda volta. Oscar come migliore attrice protagonista nel 1982. 

Assurda invece la sottovalutazione del film, che venne candidato, senza vincere, solo nella categoria “migliore sceneggiatura non originale”. 

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