Delle volte servirebbe del tempo, tirare fuori un buon vecchio disco, posare la puntina e apprezzare l'insieme della composizione, l'atmosfera e le emozioni che arrivano in forma di suoni e vibrazioni. Nel 2004 Alan Parsons non l'ha fatto. Doveva farlo con i suoi di dischi tanto per ripassare. Magari dando un'occhiata ai Billboard del periodo in questione. Ma quando si ha un figlio grandicello di nome Jeremy CHE PER FORZA deve essere il delfino di famiglia, ecco che ti arriva come un bel "A Valid Path" con tanto di design curato dal solito Storm Thorgerson, in quel periodo molto malato.

Siamo al pop pseudo sperimentale. Non era assolutamente il caso. Partecipano tra i coautori The Crystal Method e Uberzone. David Gilmour si scomoda in memoria dei vecchi e sigh.....grandissimi tempi. Persino la bella moglie Lisa tra un fornello e la spesa. Vabbè...ma è sempre Alan Parsons!!
Tutto viene realizzato a Santa Barbara in California dove l'Alan risiede. La new entry più visibile è J.P. Olsson. Un talentuoso sinth-programmer e vocal del Michigan. Non me la sento di parlare di tutte le infinite e dispersive didascalie di ogni brano sulle partecipazioni. E' un minestrone di giovani creativi del pop elettronico che ci hanno messo del loro. Un collage di brani e file che ci ha messo più di due anni a completarsi.
Dimenticatevi "The Time Machine" che è stato un valido prodotto pur mantenendo i soliti e mai sbagliati canoni. Ora prendiamo del fiato e parliamo della musica.

Track 1..strumentale. "Return to Tunguska". Questo vale l'album. Gilmour alla slide ci mette molto, forse più il nome che l'effettiva esecuzione ma solo a sapere che è lui fa bene. Se avete presente "One of These Days" gli assomiglia molto. Avvisaglie sulla ritmica di base. Si ode a malincuore un tunz tunz anni '90 alla faccia della ricerca. C'è comunque una certa atmosfera e si digerisce. Siamo nel Parsons sound. "More Lost Without You" è suonata in modo crudo e non sarebbe male come melodia di base, ma gli arrangiamenti li ha fatti la Microsoft. Ed ecco... "Mammagamma 04". La genialata di Jeremy. Prendo un mito del padre e ci suono sopra. BRAVO!! Voto 3 -. Orribile. Tempo perso. Per fortuna arriva "We Play the Game". E' un buon pezzo con tematiche alla "Nothing Left To Lose". Piacevole seppur troppo ancora Windows 2000. Immaginandola con Woolfson serebbe notevole. Comunque cantata bene.
"Tijuaniac" dei Nothing Collective. Basta. Trovate la stessa roba su Exciter dei Depeche Mode nel 2001. Strumentale. "L'Arc en Ciel" degli Uberzone è ottima per una sigla da notiziari. Avrà un futuro. Torna Jeremy...ma dov'eri?...eccomi papà. Posso fare "The Raven"? Sì, ma vieni a letto presto. I master li trovi in cucina... e metti dentro la macchina. Si papà...'notte.
David Pack dopo il buon "Try Anything.." torna su "You Can Run". Irriconoscibile. Secondo me non l'ha mai ascoltata. Era lì di passaggio. Sembrano i Rockets. Anzi... peggio.
Jeremyyyy, abbiamo ancora 7 minuti liberi. Butta su qualcosa con J.P. Si papà....giochiamo con le tastiere? Si..ma dopo spegni tutto che la mamma s'arrabbia. "Chomolungma" vi darà la mazzata finale.
Altro appunto... la registrazione è piuttosto cupa e poco spaziale come ambientazione. Atmosfera rarefatta e indegna. Jeremy....giù le mani dal mixeeeer!! Subito dopo rifatevi le orecchie con Pyramyd. Un abisso. Purtoppo.

Il progetto è un'evidente idea mal sviluppata alla Peter Gabriel tipo Real World. Alan stona in questo contesto e speriamo sia un episodio. Il fatto positivo è che Alan è tornato on the road con un bel tour ben accolto in tutto il mondo con una nuova band straordinaria. Jeremy per fortuna non c'è. Stava remixando "Eye in the Sky". Qualcuno lo fermiiiiiii!!!!!

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