Per definire questo disco basterebbe scrivere, possibilmente con la mano sinistra, la parola: "Straordinario". Non a caso Albert King e Otis Rush sono chitarristi mancini. Superfluo inserire parole ricercate od altisonanti per un disco di tale portata, nonostante questo cercherò di 'trasmettervi' il valore storico e l'essenza artistico-musicale di quest'album.

DeB sezione chitarristi (vol 1.2). L'influenza musicale di entrambi gli Artisti è stata decisamente enorme per le successive generazioni di chitarristi Blues e non solo, ma in questa circostanza preferisco evitare di citare nomi celebri perchè non è l'argomento principale della recensione.

Prima parte: breve biografia.

King (1923 - 1992) imparò a suonare la chitarra da giovane come autodidatta. La sua carriera iniziò nei tardi anni '40 nel quartetto degli "Harmony Kings". Attraversò anni duri e suonò persino la batteria con Jimmy Reed, realizzò la prima registrazione nel '53 per l'etichetta Parrot. Non avendo ottenuto i risultati sperati King ritornò in Arkansas. Stabilitosi successivamente a St. Louis nel '57, la sua attività ottenne maggiori consensi... Nonostante King sia il più celebre non per questo bisogna sottovalutare il talento e le capacità di Rush (1934). Anch'egli cominciò a suonare la chitarra da giovane e quando raggiunse Chicago nel '48, divenne musicista professionista. La sua prima realizzazione fu con la Cobra, un'altra etichetta in competizione con la Chess nei tardi anni '50. Il primo gruppo in cui suonò fu nel '55 e registrò per la Chess nel '60. Nel periodo tra i '60 e la metà dei '70 compose solamente due canzoni. Il processo di riscoperta iniziò con i pochi album pubblicati tra il '75 e l'85. Gli anni successivi riportarono gradualmente Rush ad una significativa presenza nel circuito Blues.

Seconda parte: recensione.

Originariamente questo disco fu prodotto nell'ottobre del '69 come LP 1538 Chess. Questa versione riproposta nel '98 dalla Universal (32 bit digitally re-mastered - tempo: 39 min. e 25 sec.) presenta una qualità audio eccellente in una accattivante confezione in digipak. Il disco presenta quattordici tracce, otto suonate da King e sei da Rush, ed è in grado di 'catturare' i due chitarristi e cantanti in una forma a dir poco smagliante. Nel '53 King realizzò a St. Louis per la Parrot i brani "Bad Luck", "Merry Way" e "Murder", poi acquistati dalla Chess nel '59. Mentre "Searching' For A Woman", "Howlin' For My Darling", "Won't Be Hanging' Around", "So Many Roads" e "California" li compose nel '61. I rimanenti "So Close", "I Can't Stop", "I'm Satisfied", "All Your Love", "You Know My Love" e "So Many Roads" sono quelli suonati e registrati da Rush nel '60. Nonostante esistano svariate differenze tra i due Artisti, sia nei caratteri che nella musica, i brani si 'compendiano' alla perfezione creando un'atmosfera sublime ed irripetibile. Tutte le canzoni sono cantate e suonate magistralmente. In questa circostanza mi riesce piuttosto arduo citare solo alcuni pezzi e nel contempo vorrei evitare il vituperato track by track, perciò descriverò il disco globalmente. Già nel '53 King possiede una capacità unica nel trasferire all'ascoltatore emozioni tramite una sensibilità ed incisività sorprendenti. Gli altri cinque brani dimostrano come la sua abilità tecnica sia migliorata nel tempo e di quanta strada abbia fatto il Blues. Difatti questa musica può essere definita indiscutibilmente un moderno Blues 'da strada'.

Caratteristico il suo stile di 'manipolare' le corde fino allo spasimo tanto da trasmettere sentimento e sofferenza. Questi particolari accordi ed armonie saranno ampiamente rielaborati e poi riproposti negli anni seguenti dalle successive generazioni Blues. Sebbene Rush in termini di popolarità sia meno conosciuto di King, in questi brani è in grado di 'rivaleggiare' egregiamente grazie alla sua perizia strumentale e vocale. Otis Rush è un musicista dotato di un timbro vocale particolarmente drammatico, intenso e genuino e nel contempo fine ed elegante. Sotto certi aspetti Rush mi ha colpito ancor più di King. Otis si dimostra un musicista sofisticato, abile nel creare inusitate emozioni grazie alla sua incontenibile esuberanza. Gli assoli di chitarra sono superbi e si amalgamano mirabilmente con una voce assai duttile ed originale. La sua completezza creativa gli permette di trasportare il Blues in territori per quei tempi poco esplorati. Tutti gli altri strumentisti non sono da meno, in particolare i sassofonisti e i pianisti, in grado di donare una freschezza ed una spontaneità musicale che il tempo non ha minimamente scalfito. Come spesso succede i mancini sono dotati di una originalità e di una creatività fuori dall'ordinario. Fin da piccoli hanno dovuto 'destreggiarsi' in un mondo strutturato soprattutto per i destrimani. Forse le sofferenze patite sviluppano una particolare predisposizione cerebrale o spirituale verso una superiore percezione della dimensione musicale.

Saluti Chitarristici & Blues.

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