L'amore per la commedia dell'arte, per il rock'n'roll, le canne, l'elettronica e le ragazze sono alla base di questo lavoro di Alberto Camerini del 1978, prodotto da Shel Shapiro a ridosso dell'ondata rivoluzionaria punk che scosse il paese qualche mese prima.

L'idea parte dalla decisione del nostro di costruire una sorta di concept-album intorno alla figura irreale di "Neurox", ispirato al fumetto Ranxerox di Tamburini e Liberatore e debitore dell'universo astruso e scoppiato di Andrea Pazienza, sorta di robot elettronico adatto a tutti gli scopi e antesignano del futuro "Rock'n'roll robot" di 10 anni dopo.
Ora juke-box, ora bambinaia, ora amante, Neurox si muove fra centri sociali ("Macondo"), centri commerciali ("Comici Cosmetici"), concerti ("Rock Show"), ogni volta incontrando nuovi amici e situazioni, anche musicalmente, differenti.

L'album si apre con l'incontro fra Neurox e un personaggio misterioso già conosciuto in un altro concerto, forse una ragazza, un amica di Cenerentola (ancora riferimanti all'immaginario che il nostro adotterà con più fermezza in futuro e inoltre sono già tutti presenti i riferimenti agli amori di Alberto: La commedia, il carnevale, Arlecchino e l'essere sempre bambino: praticamente una costante da qui in avanti).

La presentazione di Neurox avviene tra atmosfere cupe e surreali, il droide robot ci viene puntualmente descritto in tutti i dettagli e funzioni avanzate: "funziona a pile ma non si ferma mai", un essere programmato e calcolato, freddo e preciso, di plastica, un musicista, l'unico difetto è la voglia di amore che lo porterà a vagare per la città. Quando finalmente, forse, trova un amore si sente legato e frustrato, "io per lei sono un gioco, un elettrodomestico, che si accende e si spegne."
A questo punto sembra quasi che il mostro/robot ceda alle tentazioni triangolari (erano gli anni di R. Zero, triangoli e pensieri stupendi) il riferimento a Goldoni verrà completamente stravolto da molti affamati di ambiguità e anche la frase in "Sciocka" che recita "sarò io servitore di due padroni", benché rimandi all'"Arlecchino Goldoniano" implica in se un implicito riferimento sessuale.

Neurox, che è prevalentemente un musicista, si ritrova ad essere schernito ad un concerto, i soliti auto-riduttori gli contestano di essersi venduto allo show-business, anche qui un chiaro riferimento a fatti personali vissuti da vari cantanti italiani in quegli anni di contestazione (vedi De Gregori). "Ma guardo si è gasato, crede di essere arrivato....  Sei cambiato, non ti capisco più! Scemo, scemo, ora lo scemo sei tu."

Chitarre Heavy e la velocità pazzesca spezzano un po'l'armonia del disco, finora abbastanza delicato con un uso moderato dell' elettronica (a differenza dei lavori successivi). Il tutto ci introduce alla magica: "Comici Cosmetici" un brano difficilmente collocabile fra DJ vari che urlano spot radiofonici, pezzi da operetta, discomusic felicemente scopiazzata dalla "Febbre Del sabato Sera", e ancora chitarre heavy come se piovesse. Neurox/Camerini si ritrova con tutti gli amici e amiche di sempre, travolto dall'enormità di un centro commerciale con dentro di tutto, autonomi, modelle, poliziotti, DJ... un Festival dell'Assurdo dove tutto viene centrifugato e riproposto allegramente mentre il nostro, strafatto di droghe e stupore, si trova a vagare spaesato e affascinato da tutti i colori che gli ruotano intorno.

Il tutto, come da copione, viene acquistato da un miliardario di passaggio con l'intento di trarne un film (al giorno d'oggi invece sarebbe riproposto come reality show sulle reti Mediaset... ) come viene magistralmente descritto anche nel fumetto allegato nella busta interna (ah, benedetti i "grandi" long play di 20 anni fa, in cui potevi esprimere ANCHE attraverso la grafica certi concetti rappresentati in musica, abitudine che coi CD è andata del tutto perduta...).
Tra i brani spiccano la delicata "(Anna) Amore che felicità", la ribelle "Poliziotto Per Favore" dedicata agli emarginati della società e contro tutte le censure, sorretta da chitarre quasi Punk, la ricerca onirica di "Siamo Tanti" costruita sul tema del "Carnevale di Bagolino", l'ambigua "Shokka" e la meravigliosa "Macondo" dedicata agli incontri sociali, dalla struttura a due voci ricca di citazioni anche fumettistiche.

Fumetti ben presenti in tutto questo disco che, riascoltato oggi, benché anticipatore di una "certa Italia" che è sotto gli occhi di tutti, perde un po' di quel tocco surreale e quel fascino "ambiguo" che allora incuriosiva e al tempo stesso destabilizzava non poco: i "mitici" anni '80 erano ormai alle porte (con tutto quello che ne sarebbe derivato!). Iside+Stronko

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