Alberto Fortis - "El Nino" - 1984

Il 1984, fu, a mio parere, il vero spartiacque di un epoca, e sancì la vittoria definitiva dei 'nuovi' anni ottanta sugli ultimi rigurgiti del passato. Tutti i nostri grandi autori hanno più o meno palesi cali di ispirazione, nuovi protagonisti si affacciano sulla scena musicale. Il cammino di chi si era affacciato solo da pochi anni alla notorietà si fà più difficile, spesso si interrompe. Alberto Fortis era da un lustro sulla breccia, aveva pubblicato già 4 album di crescente successo ma, forse, di decrescente qualità. I suoni e le tematiche grottesche dell'ottimo esordio (l'omonimo del 1979)  e della lunga suite "Tra demonio e santità" inserita nell'omonimo CD dell'anno successivo, avevano lasciato il passo sia a riuscite canzoni tuttavia di più facile impatto ("La nena en salvador", "Settembre", "Fragole infinite", "Ti dirò") accanto a pezzi a mio parere poco interessanti. Anche l'interpetazione cambiava, i toni acuti diventano piano piano dominanti e nei pezzi si respirano atmosfere tra l'acido e l'etereo, privilegiando l'amalgama dei suoni con il cantato alla comprensibilità dei testi.

Il punto di non ritorno è però il disco successivo, "El Nino" del 1984. Qui Fortis da sfogo a tutta la sua creatività e crea un lavoro dove tutti gli elementi dei dischi precedenti hanno un 'impennata in qualità. I toni acuti diventano a tratti urla stridule, disperate per una interpretazione davvero inedita per la nostra musica d'autore. I testi recuperano gli elementi grotteschi del primo album, il tappetto sonoro è incalzante e battuto oppure dilatato al massimo.

 Eccezionali i primi due pezzi "Brian Francisco" e "Plastic Mexico", clamorosa "La Sedia Elettrica", anche il singolo "Svegliati amore con me" rappresenta un autore al massimo delle sue possibilità.

Una perla da riscoprire

 

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