Amo le mani delle donne ma oserei dire, le mani in generale.

Le adoro, sul serio.

A parte il culo, i seni, gli occhi e la bocca (eccitanti ma di per sé triviali) le mani sono le cose che mi attirano di più di una donna. Anche le caviglie, se proprio vogliamo dire, ma questo è un altro discorso.

La delicatezza delle dita, come si integrano bene all'armonia della persona, la grazia del movimento, i giochi di accostamento della mano destra con la sinistra, come impugnano una sigaretta o come si districano con un'orecchino, creano spesso un fascino e un'alchimia davvero irresistibile che rivelano, il più delle volte, molto se non "tutto" della persona che ci sta di fronte.

Certi incontri, certi attimi, certe persone le ricordo unicamente per le loro mani.

Magari, a distanza di tempo, i volti si confondono ma il ricordo delle mani strette, sfiorate o appena intraviste: quello resterà per sempre. E quante mani abbiamo stretto o toccato in una vita? Le mani forti e callose della nonna, quelle contadine e sagge di uno zio, le mani esili e "di latte" della nipotina appena neonata, le mani sudate e calde di un'amante focosa, quelle fredde e cadaveriche di un fornitore...

Le mani ci dicono molto sul "chi siamo" e da dove veniamo.

Bellissimo a questo proposito, contemplare le mani maschili di questo studio su cartoncino del Durer (1471 – 1524) dove le dita intrecciano ricami inconsueti e imprevedibili.

La prima afferra con delicatezza un filo, la seconda si comprime e la terza si mette ad indicare il cielo. E già questo trittico ci fa percepire l’assoluta potenzialità espressiva di questo organo insostituibile.

A volte basta infatti una stretta di mano, data anche distrattamente, per percepire l'energia che questa ci trasmette, per configurarci in altri "mondi di contatto" e farci captare mille connessioni possibili. Certi sfioramenti di mano poi, impercettibili e casuali, dati o ricevuti nelle metropolitaneo, sui treni o in coda a qualche sportello, accendono in noi fuochi fatui e ci fanno rabbrividire il tempo di attimi che durano secoli.

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