Avevo letto di Alessandro Grazian su alcune riviste di musica. Ne parlavano un gran bene. La mia curiosità musicale mi ha portato ad andare alla casa 139 giovedi sera. Sono arrivato che era già molto tardi e pensavo d'aver perso il concerto. Invece sono praticamente entrato pochi secondi prima che iniziasse lo spettacolo. Sul palco della casa strumenti un po' insoliti anche se acustici, un'arpa, un violoncello, un contrabbasso, un clarinetto, oltre ad un piano elettrico e altri strumenti vari. Lo stupore è svanito appena dopo. Una leggera suite per sola arpa ha introdotto la serata. Dopo sono saliti tutti, compreso Grazian alla chitarra acustica, e hanno iniziato a riempire l'aria di suoni magici. Via via tutti i brani del nuovo disco "Caduto", esordio di Grazian (Trovarobato/macaco records).
Le composizioni poetiche miscelate a echi di valzer, ballate tardo rinascimentali, avanguardia pop jazz, sfiorando tematiche da musica classica, vengono eseguite con maestria e buon impatto scenico, atmosfere da viaggio nella notte. Alternandosi sul palco ora tutti, ora solo Grazian, hanno dato vita ad una situazione singolare, da club del village di New York nei sessanta Dylaniani, quando la fantasia e la voglia di evasione mentale permeava l'aria. A un certo punto Grazian rimasto solo sul palco ha eseguito una versione struggente con un finale davvero devastante emotivamente di "Amico Fragile" del poeta De Andrè, rendondogli un omaggio molto sentito che al maestro sarebbe sicuramente piaciuto. Un concerto intenso, intriso di poesia, di perle musicali, di arrangiamenti ben curati, di classe, per nulla scontati, ispirati, e volute dissacrazioni melodiche alla Quinto Rigo tanto per fare un termine di paragone più per una scelta strumentale che per vera affinità, ma potremmo tranquillamente scomodare anche Jeff Buckley o Nick Drake, ma sarebbe solo per dare un riferimento che nel caso di Grazian è superfluo, lui ha talento e fantasia. Sul palco sembra una sorta di menestrello, con l'aria dinoccolata e un po' assente, forse dovuto al forte raffreddore che l'ha colpito pochi giorni prima, che non rovina la sua bella voce, la rende solo un pò più roca. La serata è venata anche di umorismo e si nota una forte unione tra il quartetto di accompagnatori, gli stessi ad aver contribuito alla realizzazione del disco, registrato contro tendenza in presa diretta con poche sovra incisioni, all'interno di un club padovano, città che ha dato i natali a Grazian.
Davvero un bel concerto, un po' insolito per il mio normale ascolto, ma che mi fa sperare per il futuro della musica italiana, soprattutto quella indie. Grazian ha davvero i numeri, la fantasia, le visioni giuste per andare avanti e darci altre perle in questo mare musicale inquinato dall'apatia. Complimenti a quelli della "famosa etichetta Trovarobato" e della "Macaco rec" per aver dato la possibilità a tutti noi di poter gioire all'ascolto del disco stampato, e alla Casa 139, per averlo fatto suonare dal vivo. Sono contento di aver dato ascolto alla mia curiosità ancora una volta. Uscendo dal club anche il gelo della notte milanese illuminato da una strana luna piena sembrava essere diminuito. per informazioni: www.alessandrograzian.it
© Bonfo
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