Da qualche settimana ho preso a vedere dei film su raiplay, forse per spirito di opposizione al festival di Sanremo*, un po' perchè alla fine è gratis (si fa per dire) e di film belli ce ne sono.
Ma il motivo principale e che non riesco piu a far funzionare emule. Ho dovuto dire addio al mio fido asino che lentamente ha accompagnato anni nella mia esplorazione musicale e cinematografica.
E sui raiplay, ma in realtà ogni servizio streaming, ti ciucci un po' quello che c'è alla fine. Però quello che sto imparando è che se cerchi, o se sai cosa cercare, di cose meritevoli ne trovi. Se ti fermi a Mare fuori, probabilmente non sei uno da debaser.
Tipo mi sono visto una manciata di film di Hitchcock, che finora non lo avevo mai considerato granchè, più per una mia scarsa curiosità, non perchè ce l'avessi con lui per qualche motivo. Ho preso coraggio ed affrontato alcuni film degli anni '50.
Ma il film che ho scelto di recensire oggi (e l'unico motivo per cui ho scelto questo è proprio il fatto che non ci sono rece qui) è ancora antecedente. Il sospetto infatti è del 1941.
Un film del 1941 visto oggi, si, è invecchiato, e si vede. Lo capisci già dalla prima scena con le persone a cavallo. Senza parlare dei modi di fare. Ma la cosa più lampante è proprio la pellicola che sembra fisicamente invecchiata, un po come diventano vecchie le VHS.
Il soggetto è liberamente ispirato ad un libro e racconta la storia di una coppia, e di questo - appunto - sospetto che si instaura nella mente di lei. E' incredibile come il regista riesca ad aggiungere sempre più carte alle menzogne di Cary Grant - il protagpnista maschile, adulatore e falso - scoprendole man mano tutte, insinuando anche nello spettatore il sospetto di un tragico finale.
La grande differenza tra il film e il libro da cui è tratto è proprio il finale, in cui Hichcock inventa una situazione a doppa chiave di lettura, senza sospensioni alla inceprion per intenderci, ma con un marcato dubbio morale, una fiducia messa ancora una volta alla prova, l'ennesima carta scoperta da Cary Grant che non si capisce chi faccia vincere. Se una vittoria c'è.
Seppur lento ed antiquato il film funziona, crea quella sensazione di disagio e tensione palpabile nello spettatore, sensazione che sto scoprendo tipica dei film del regista inglese. Un film meritevole ma probabilmente ancora lontano da altri film successivi molto più intriganti e tesi.
* rece vecchia che avevo scritto mesi fa. Sto facendo pulizia sul pc e tra buttarla e pubblicarla ho scelto la seconda.
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