11 giugno 2010

Ore 15.00: davanti al Gran Teatro di Padova, location del concerto degli Alice in Chains, siamo in 4, e io che pensavo di essere in ritardo.....

Ore 16.00: stessa location e stesse 4 persone!

Ore 16.30: sempre stessa location, ma adesso le persone sono 10, 9 donne e 1 uomo; la domanda sorge spontanea: ma suonano gli AIC o Tiziano Ferro????

Ore 17.00: Dio sia lodato, a dissipare ogni mio dubbio, iniziano ad arrivare giovani, rappresentanti di entrambi i sessi, con le magliette dei nostri eroi, e anche un bimbo attorno ai 10 anni (cosa che mi restituisce un po' - ma solo un po' - di speranza nelle nuove generazioni).

Per farla breve, alle 20.00, davanti al corridoio che porta al palco, fans festanti ed elettrizzati (i giornali poi riporteranno che alla fine ad assistere al concerto eravamo in 2.000) sono pronti a cimentarsi nel "Corri Forrest! Corri!" per accaparrasi la prima fila a ridosso del palco. Al via una mandria di persone si riversa nel teatro, alcuni cadono, i più agili lanciano loro veloci occhiate compassionevoli, li scavalcano e si precipitano ad occupare i posti migliori.

Dopo lunga attesa i nostri salgono sul palco, la scenografia è ridotta all'essenziale, ma dubito che a qualcuno fregasse qualcosa, e loro sembrano piacevolmente sorpresi dal calore del pubblico. La setlist comprende brani da tutti i loro album (tranne Sap); si comincia con "All Secrets Known", per continuare con "It Ain't Like That", "Again", "Check My Brain", "Them Bones", "Dam That River", "Rain When I Die", "Your Decision", "No Excuses", "We Die Young", "A Looking In View", "Nutshell", "Lesson Learned", "Acid Bubble", "Down In A Hole", "Angry Chair", "Man In The Box". Il bis (purtroppo l'unico) ci delizia con "Would?" e l'immortale "Rooster".

Per la maggior parte del concerto il canto del pubblico sovrasta quello di DuVall e Cantrell e ogni persona sembra essere parte integrante della band, incantata e deliziata da ogni singola nota. I 4 Alice sono carichi.

Su DuVall le cose da dire sono 2: o crede veramente in quello che fa oppure è un attore eccezionale. Ci mette energia, interagisce col pubblico improvvisando qualcosa tipo "Padova vi amiamo" in italiano e altre cose in inglese ma poco importa quello che dice, il pubblico di Padova è talmente esaltato che, come disse, mi pare, Andrew Wood.: "puoi dire loro "Vostra madre puzza!" e loro ti risponderanno "Yeaaaaaaaaaaaah!!!!!". Che poi è quello che è successo suppongo!

Inez è potente, fuma, ride e si vede che se la sta godendo!

Kinney è fantastico ma è il più penalizzato perché dietro la batteria e non lo caga nessuno, tranne quando prima del bis dice qualcosa al microfono e tutti, naturalmente, rispondono "Yeaaaaaaah".

Ed infine c'è Jerry. Un mostro di bravura, un po' statico nel palco ma si vede che è lui che catalizza l'attenzione di tutti, è lui il burattinaio e noi i suoi burattini pronti a muoverci al ritmo della sua chitarra.

Il tutto dura circa un'ora e mezza. Un'ora e mezza di grida, gioia, nostalgia, sudore, trasporto e tutte le emozioni più coinvolgenti che un amante della buona musica può provare. A fine concerto il giudizio è unanime: puro spettacolo, questi sono dei fenomeni! E su questo non c'è bisogno di discutere!

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