Io solo gli Alter Bridge vado a vedere.. E allora? Problemi? Qualcosa che non va?

No, qualcosa che non va non c'è.. O forse sì. A me Milano ha sempre fatto un po' cagare, un rapporto di odio misto a mi stai sul cazzo, soprattutto perchè quando vai a Milano e vieni da una cittadina insignificante come la mia sicuramente almeno un paio di volte sarai destinato a perderti (seh, bravi e chi ce l'ha il TomTom?). E quando chiedi indicazioni a qualsiasi persona che incontri ti dirà "Eh. ma sei un po' (in realtà molto) fuori mano, potresti andare di lì, poi prendere per.. O tornare in tangenziale e uscire alla prossima.. Però non so, chiedi magari a qualcun altro che ne sa di più..". Ma allora tu brutto coglione che cazzo ci fai a Milano, il turista per caso?

Fanculo..

Comunque alla fine ce l'abbiamo fatta, l'Alcatraz non era poi così "fuori mano" e con quei dieci minuti buoni di anticipo siam riusciti a entrare schivando uno ad uno una marea di bagarozzi vari (tutti rigorosamente milanesi) e decine di bancarelle con merchandising originalissimo e conveniente che quasi quasi te lo regalavano. Il locale è pieno, ma non stracolmo (ma non era sold out?).. Va beh.. Riusciamo ad arrivare tranquilli oltre la metà e sistemarci in una zona dove si poteva respirare (il calore comunque era disumano).

Tempo di una birra gentilmente offerta (cazzarola, 6 euri), e i nostri (o almeno i miei) eroi fanno capolino sul palco e attaccano subito con l'opener del terzo omonimo appena uscito "Slip to the Void", forse davero il pezzo più interessante di tutto l'album che, dopo un iniziale abbaglio di godimento crescente, alla fine mi ha un po' stracciato i maroni. Quell'intro sognante, lieve, synthetizzato, misto al marchio di fabbrica hard rock mi aveva fatto ben sperare, ma l'album, devo ammetterlo, non è assolutamente a livello dei precedenti e si lascia dimenticare facilmente dopo un po'. Pazienza..

Il pezzo comunque è un ottima scelta di apertura, Myles e soci sono ancora un po' freddi (anche se vorrei essere io "freddo" così per tutta la durata di un concerto) ma si capisce già che comunque andrà sicuramente sarà un successo. Il volume è giusto, nè troppo sparato nè troppo moscio. Direi quasi perfetto. La voce sovrasta un po' il resto, non so se per il volume o per la potenza vocale davvero impressionante di Kennedy (anche se stavolta devo ammettere che non mi ha colpito come il precedente live al Fillmore nel 2008, forse perchè allora non mi aspettavo una performance del genere, ora sapevo bene a cosa stavo andando incontro). Il basso come al solito non riesco a sentirlo, pensavo fosse una pecca delle registrazioni in studio, ma Brian Marshall (che mi dicono voci competenti essere ottimo bassista) non riesce proprio a farsi vedere e sentire per niente. Scott Phillips è indubbiamente un ottimo batterista, anche se, a parer mio, un paio di volte qualche cagatella l'ha fatta. Mark Tremonti davvero immenso.

"Buried Alive" esplode in seconda battuta e qui tutti e quattro si scaldano a dovere, anche se "Before Tomorrow Comes" frena un po' gli animi della folla (che apprezza sempre comunque in modo fragoroso), per riprendere alla grande con "Find The Real" con annesso acuto finale finalmente sentito anche in sede live (a Piacenza volutamente saltato), e  conseguente libido del sottoscritto in quanto singer a sua volta con sul comodino proprio la foto di Kennedy (not John Fitzgerald relescionscips..) .  Diciamo che il live più che infiammare scoppietta nella prima parte, con l'alternarsi di pezzi l(e)accati ("Brand New Start" e le nuove, non proprio convincenti "All Hope is Gone" e "Ghost of Days Gone By") ad altri potentissimi ("White Knuckles" e la celeberrima e orgasmica "Metalingus"), mentre la famosa "Broken Wings" fa da spartiacque ad una cinquina davvero mozzafiiato ("Ties That Bind", "Coming Home","One Day Remains" - UH! - "I Know It Hurts" e "Come To Life").

Menzione a parte va a "Blackbird", eseguita tale e quale, nota per nota, peto per peto, alla versione in studio (non ho preso il tempo, ma son pronto a giurarare lo stesso del disco), Tremonti davvero degno di entrare nel gotha dei migliori chitarristi degli ultimi anni e magari anche non solo. Un delirio sonoro. Spazio per l'esibizione un po' ruffiana di Kennedy solo chitarra e voce in "Watch Over You" e gran finale con il primo singolo "Open You Eyes" dove cantano anche i muri del locale.

Dopo una piccola fuga dietro il palco ecco i nostri rientrare per demolire definitivamente la serata con l'attesissima e pesantissima "Isolation", seguita dal gran finale esplosivo di "Battle of Guitar Heroes" e "Rise Today".

Che dire, sicuramente una performance live molto sopra le righe e le mie più rosee aspettative, anche se ho avuto l'impressione che stavolta sia stato più che altro un compito svolto sì da 10 e lode, ma con l'anima rockerrolle un po' latitante. Comunque a livello tecnico, quasi sicuramente la miglior hard rock band in circolazione, pochi cazzi, con il miglior cantante attualmente sulla scena, anche se avrebbe potuto imparare qualcosa di più del solito "Grazie" e "Milanooooo!". Massimo rispetto comunque per uno che, appena finito il tour con Slash, si rimette di nuovo in scena con la sua band, pubblica un album di inediti e riparte per un altro tour mondiale mantenendosi sempre su livelli molto più che altissimi (anche a livello chitarristico devo dire, anzichesì..).

Un po' paraculo forse, ma cazzarola che voce!

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