Serata decisamente piovosa con aggiunta di nubifragio in quel di Piacenza, l'Italia prende a calci in culo i galletti e si qualifica al prossimo turno degli Europei.
Sono qui con una buona dose di scetticismo su questo gruppo, specialmente sul fatto che Mr. Kennedy riesca a riprodurre fedelmente i suoi virtuosismi vocali anche dal vivo.
Bene, Mr. Kennedy mi ha preso a calci in culo e ha ripagato ampiamente la mia curiosità, deliziando le mie orecchie con la sua incredibile (non trovo aggettivo più appropriato) voce per più di un'ora e mezza di concerto.
Il Fillmore è un locale gradevole, anche se non eccessivamente capiente e l'acustica è molto buona. Gli spettatori sono abbastanza numerosi, ma si riesce a respirare e a ritagliarsi uno spazio per muoversi al tempo scandito alla perfezione dall'accoppiata basso (Brian Marshall) e batteria (Scott Phillips - un vero martello pneumatico).
Mark Tremonti, che nei Creed nascondeva abilmente tutte le sue capacità per mettere principalmente in risalto la figura di Scott Stapp, si rivela veramente un gran chitarrista; i suoi assoli e le ritmiche sono impeccabili, dal primo all'ultimo pezzo (complice anche l'aiuto dell'altra chitarra perfetta di Kennedy).
Gli Alter Bridge sembrano davvero convinti dei propri mezzi e coinvolti dalla serata, complice anche un pubblico che dimostra loro un calore notevole e incita Myles e soci con urla e cori da stadio.
In America, sicuramente, saranno abituati a ben altre folle, ma Myles è alquanto sorpreso del gran coinvolgimento dei presenti e ringrazia più volte, gioca con il pubblico, tiene il palco da vera rockstar.
Il concerto è principalmente incentrato sui pezzi del nuovo album che escono dall'impianto con una potenza notevole, ma trovano spazio anche alcune canzoni del disco d'esordio, più precisamente "Find the Real" (privata però dell'acuto finale, forse perché proposta per seconda, a voce ancora "fredda"), "Broken Wings", la tiratissima "Metalingus" e il singolo precedente "Open Your Eyes" che fa cantare praticamente tutto il locale.
Le nuove canzoni rendono anche meglio delle precedenti, specialmente "Rise Today", "Ties That Blind", la bellissima "Blackbird" riproposta fedelmente in ogni passaggio, "Coming home", "Before Tomorrow Comes", "Buried Alive" e "Brand New Start" dove il cantante, a torso nudo dopo due pezzi, per la gioia delle signore presenti, sfoggia un fisico scolpito da Michelangelo nel marmo di Carrara e sfodera tutte le sue capacità vocali, anche se sembra non essere mai al limite.
I quattro ci deliziano con la cover di "Kashmir"degli Zeppelin, eseguita alla perfezione sotto ogni aspetto, da far invidia ai migliori Page e Plant.
Quando tutto finisce esco pienamente soddisfatto sotto una leggera pioggia, mi avvio verso la macchina e penso seriamente di aver assistito ad uno dei più bei concerti della mia vita.
Torneranno a Milano (forse) verso Novembre, vi consiglio spassionatamente di esserci.
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