Uno degli album più attesi del 2019. Dico più attesi perché il precedente “The Last Hero” aveva diviso
l’opinione dei fan storici della band, e non aveva convinto del tutto nemmeno la critica. “Walk The Sky” sarà
quindi all’altezza delle aspettative? L’unico modo per saperlo è ascoltare l’album senza alcun pregiudizio.


Dopo le breve introduzione, “One Life”, ecco che l’album si apre con “Wouldn’t You Rather”, primo singolo
estratto dal nuovo album, che sembra sia stato scritto apposta per essere inserito nella set list dei concerti.
“In The Deep” è il classico pezzo Alter Bridge, inizio caratterizzato da chitarre pesanti, strofa cantata su un
letto di arpeggi, ritornello orecchiabile e cantabile.
La successiva “Godspeed”, presenta una novità per il sound della band, ovvero l’inserimento delle tastiere.
Il pezzo è una ballad di facile ascolto, con un ritornello e un’insieme di suoni che fanno provare emozioni
contrastanti; possiamo dire positiva ma a tratti malinconica, difficile da spiegare.
Si prosegue con un altro pezzo in puro stile Alter Bridge, “Take The Crown”, apertura per chitarra e voce,
per poi esplodere in un pezzo hard’n’heavy, in puro stile Alter Bridge.
Un riff di chitarra che sembra esser stato scritto dai Korn, cosi si apre la successiva “Indoctrination”, pezzo
che strizza l’occhio al nu metal, pur mantenendo i classici ritornelli della band.
Altra semi-ballad del disco, “The Bitter End”, ci accompagna in un crescendo sonoro verso le successive
“Pay No Mind” e “Forever Falling”.
La prima è il secondo singolo ad anticipare l’uscita dell’album, la seconda è la vera sorpresa del disco. Si
apre con un arpeggio di chitarra molto rarefatto, per poi sfociare in un riff Heavy Metal spacca ossa e un
Mark Tremonti alla voce in splendida forma.
“Clear Horizon” non presenta alcuna novità all’orecchio dell’ascoltatore; “Walking On The Sky”, invece, ci
riporta ai tempi di “Black Bird”, con un Miles Kennedy che fa sfoggio delle sue doti canore e un ritornello
epico, in uno dei migliori pezzi del disco.
Chiudiamo il disco con “Tear Us Apart”, un pezzo hard rock che non stonerebbe in un disco di Bon Jovi, e
“Dying Light” ultimo singolo estratto e perfetto per la chiusura del disco.


“Walk The Sky” sicuramente non porta grandissime novità, ma non per questo è un disco da scartare.
“Walk The Sky” è una conferma, è la conferma dell’intesa sonora e compositiva di un gruppo che sta
facendo la storia del rock dei nostri giorni, una conferma di qualità (nonostante a tratti la produzione sia
troppo carica), in poche parole, Un disco “Alter Bridge” a tutti gli effetti.

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