Fermate la pellicola.

Riavvolgete il nastro.

Vi chiedo di tornare indietro.

Vi ricordate di Piazza Vittorio in quella scena di Ladri di biciclette?

Vi accoglieva un vociare confuso e ininterrotto. Mercanti, ambulanti e rivenditori, artigiani e contrabbandieri. “Tutta gente onesta”, diceva qualcuno.

Lì, in piazza Vittorio, Antonio stava cercando di ritrovare la propria bicicletta, che gli era stata rubata poco prima e che, ora, probabilmente, è contraffatta. Al chiasso della piazza si contrapponeva il silenzio di Bruno, taciturno e preoccupato.

Ognuno di loro, romani schiamazzanti di Piazza Vittorio, si alzava la mattina e cominciava a darsi da fare per portare a casa la giornata.

Se volete sapere com’è diventata adesso quest’angolo di Roma, leggere questo romanzo di Amara Lakhous può essere la scelta giusta.

In questo romanzo, alle soglie del nuovo e nostro millennio, Roma è cambiata e Piazza Vittorio è diventata il palcoscenico in cui si incontrano un crogiuolo di dialetti, culture e etnie.

Un po' come nell’incipit di quelle barzellette che ci raccontavamo da bambini. Quelle in cui “C’era un milanese, un romano e un napoletano…”. E noi, in Sardegna, mettevamo il sardo… E così, rispettivamente si faceva in ogni parte d’Italia. Be’, qui ci son tutti, e poi c’è anche un bengalese, un iraniano e… il signor Amedeo, che viene “dal sud”. Tutti loro sono attori di uno Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio.

Tutti hanno voce in questo romanzo giallo di Amara Lakhous: sono infatti testimoni narrativi del processo condotto da un celato pubblico ministero. Si intende scoprire chi abbia ucciso Lorenzo Manfredini “il Gladiatore” dentro la cabina di un ascensore, di piazza Vittorio a Roma.

Il sospettato principale è proprio Amedeo, che “viene dal sud”, e che, guarda caso, è sparito dal palazzo proprio in seguito al delitto.

Sentiamo la sua voce, ma il suo personaggio. Tutti lo stimano, eppure nessuno lo conosce, nessuno sa nulla del suo passato.

Insomma, non si sa dove si trovi, non si sa da dove provenga.

Esiste per davvero il signor Amedeo?

Sentiamo le tante testimonianze di tutte le persone informate sui fatti: si rivelano attendibili e inattendibili, realistiche e fantasiose, abbagliate dalla visione del mondo di ciascuno degli abitanti del condominio. Si raccontano fatti, ma si immaginano storie, si descrivono persone, eppure si confondono origini, lingue e tradizioni.

La ricerca della verità diventa così un'opportunità per descrivere pregiudizi e convinzioni di questi nuovi romani, immersi, senza averne gli strumenti, nell'attività di convinvenza con l'altro.

Voto: 7/10

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