Journey into a Dream - Viaggio in un sogno ha un posto particolare nel mio cuore in quanto è stato il primo disco degli Amon Düül II che ho acquistato. Si trattava dell’edizione italiana di Tanz Der Lemminge (o Dance Of The Lemmings come forse è piu noto) e venni subito folgorato dall’astronave raffigurata una volta aperta la cover del vinile. Era davvero la premessa a un viaggio mentale nello spazio profondo attraverso la musica. L’ascolto del disco saprà mantenere queste promesse. Viaggio in un sogno è monumentale e segue Yeti, il disco più importante del rock europeo degli anni ‘70. Nonostante il suo ingombrante predecessore riuscirà ad essere sul suo stesso livello pur essendo un disco diverso. Non troviamo però la grande Renate Knaup (tornerà in Carnival In Babylon) e neanche Dave Anderson (che se ne va con gli Hawkwind).

I suoni sono elettro-acustici e virano decisamente verso le improvvisazioni dei Jefferson Airplane e dei Grateful Dead unite a sperimentazioni “stockhauseniane” e con un tipico tocco crucco oscuro e da fiaba nera. Le 2 suite sulla prima facciata "Syntelman's March of the Roaring Seventies" e "Restless Skylight-Transistor-Child" sono acide e psichedeliche: sembra di ascoltare la versione folle e oscura dei Pink Floyd di Atom Heart Mother. Ma il momento più suggestivo e lugubre del disco è la grandissima "Marylin Monroe-Memorial-Church" in cui si manifestano i fantasmi sepolti che popolano il nostro incoscio e vengono evocati gli spiriti di Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft. La musica è astratta, cosmica, di avanguardia e, a mio avviso, supera gli stessi Pink Floyd di A Saucerful Of Secrets per lucida follia e creatività. È il suono del Vuoto Cosmico quello evocato dagli Amon Düül II! Ancora sotto l’effetto ipnotico di questo brano veniamo risvegliati dal rock energico e crucco di “Chewingum Telegram”. Il finale con "Stumblig Over Melted Moonlight" e "Toxicological Whispering" è invece nel solco di sonorità più tranquille ma sempre lisergiche.

Qui si chiude l’incredibile primo trittico e questi per me sono gli Amon Düül II migliori. Il gruppo sapra’ ancora pubblicare dei colpi di coda come Carnival In Babylon (un po’ fiacco ma comunque buono) e soprattutto Wolf City e, in parte, “Vive la Trance”. Poi sarà il buio seppur qualche spunto ogni tanto emerga dalla mediocrità come in Made In Germany.







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