Gruppo sconosciuto ai più. Peccato.
Peccato davvero, perchè questo melting pot di artisti di strada (fanno parte della band attualmente tre spagnoli, un marocchino, un brasiliano ed un russo) sa il fatto suo.
I componenti si dilettano nel mescolare abilmente i ritmi del paese originario e, a prodotto finito, il capitano della band, la cantante Amparo Sànchez (miglior voce dell'Andalusìa), mette la sua firma con un timbro quasi da afro-americana. A un primo ascolto balzano all'orecchio numerose analogie con le musiche di Manu Chao (artista con cui la Sanchez è sempre stata in stretto contatto): una base di chitarra onnipresente, le voci di speaker radiofonici poste in sottofondo (non manca ovviamente il SubComandante Marcos...) e testi (in spagnolo) che si schierano senza però lanciare attacchi diretti, sfociando anzi spesso in melanconica poesia.
La musica degli Amparanoia è quindi leggera, molto più piacevole di quella di Manu Chao, e senz'altro più varia. Se la chitarra offre melodie tristi e sommesse, la tromba dà un che di "Fiesta" spagnola o di Soul portoricano, la viola aggiunge un pizzico di Gypsy Jazz e anche, assieme al contrabbasso, di Folk russo, mentre a dare un tocco moderno ci pensa una tastiera molto plastica, molto Ska anni '90. Dietro tutti viene il settore percussioni ora impegnato su una base di conga orientaleggiante, ora su batteria rock o Ska.
Tra i pezzi migliori dell'album sicuramente vanno citati la triste "Lunes 26", la caraibica "Rumba de Perros" e l'inno di tutto il disco "Somos Viento". Un lavoro di certo non impegnato, di ottima qualità (sia dal punto di vista artistico che di registrazione e mixaggio). Frizzante e molto diverso da quel che passa il convento Mtv, adattissimo ad una spiaggiata per il prossimo Ferragosto!
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