I talent-show hanno quella rara capacità di indirizzare lo spettatore esattamente dove vuole la giuria di turno. Ricordo nell'edizione 2014 di X-Factor, quando un certo Federico Pagani in arte An Harbor si presentò sul palco, con una calma e un sangue freddo che stizzì non poco una giuria che vantava Mika, Fedez, Morgan e Victoria, portandoli a dire addirittura che aveva un modo di fare "presuntuoso". Puntata dopo puntata riuscì a ripulirsi di ogni critica, puntando soprattutto su un brano: "By The Smokestack", inedito che, a mio avviso, poteva tranquillamente assegnargli quell'edizione a mani basse senza andare avanti con le puntate. Ma invece no, lo show biz è bastardo a volte, si sa. Quell'esperienza non ha dato lui contratti major e chissà quali privilegi, ma sicuramente quella convinzione necessaria a volersi mettere in gioco ancor più di prima. Ed ecco che, a distanza di quasi due anni, sono qui completamente perso di fronte a quello che è a tutti gli effetti il suo esordio discografico, "May". Un album che mostra già dall'artwork ciò che vuole esprimere, attraverso la figura di un pugile: che incassa ma che sa rialzarsi e perché no, vincere il match. Questo disco è stato pubblicato da un'etichetta indipendente e da ottobre lo vedremo in giro per l'Italia con un tour infinito, esattamente ciò che la sua personalità voleva e che è riuscita a ottenere. Come? Con un disco fantastico, il suo è un rock carico di emozioni forti, carico di quella velata nostalgia che riflette forse quel viso mono espressione che si ritrova ma che al tempo stesso ha idee ben chiare in testa. "May" non ha paura di osare, andando a sbattere frontalmente con l'elettronica, non quella sfrontata che si sente oggi in radio ma bensì quella passionale e "studiata" capace di assistere l'artista evitandolo di metterlo in secondo piano. Guardatevi online il video tratto dal singolo "Like A Demon" dove lo troviamo all'opera assieme a Giulia/Tight Eye e ditemi che mi sto sbagliando. Il brano che forse mi ha colpito meno dell'intero lotto è proprio "By The Smokestack", ma semplicemente per il fatto che le versioni acustiche solitamente hanno quell'impatto emotivo che entra in circolo più velocemente. An Harbor ha mostrato ciò che sa fare, superandosi a mio avviso. La domanda però rimane sempre la stessa: quali criteri deve avere un'artista per arrivare agli occhi delle major?! Forse in fondo lo sappiamo tutti, meglio continuare a sognare quindi, magari proprio con "May".
Elenco e tracce
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