...And You Will Know Us by the Trail of Dead e che razza di nome è?! (vi prego di compatire con un sorrisetto di sufficienza la mia ignoranza musicale). Una copertina su cui si affollano personaggi in guerra in vesti medievali, un formato carattere che ricorda gli album degli Iron Maiden (ma non sono nella sezione metal!) e titoli che, chissà perché, mi fan venire in mente i Black Rebel Motorcycle Club (decadenza neuronale o alzheimer galoppante?)…
Compro.
Salgo in metro, afferro il lettore CD e inizio ad ascoltare. Ehm… Che è???

La prima traccia, acustica, sembra un mix tra i Dead Can Dance e i Gotica, ma ancora più inquietante: la musica si interrompe e una voce femminile spiritata sibila, dopo un urlo agghiacciante: "and you will know us by the trail of dead". Ansia… guardo l’indice dei brani “Ah, bè… è solo un’ouverture…”.
Seconda canzone: “Che diavolo ho comprato?!”: dopo circa due minuti di intro tipo Metallica, parte Will You Smile For Me Again? Sembrano i The Thrills. Worlds Apart richiama invece i Mando Diao. Rest Will Follow rientra nello strausato calderone del “volemose bene”. Stupenda è Let It Dive, che vale da sola tutto l’album sia per il sound (si scorgon di lontano gli Interpol) sia per il testo strepitoso ("There will always be something there / As long as one of us goes on living"). Ancora una volta la musica si interrompe. Una tizia parla in russo e introduce lo “stacchetto” Russia My Homeland di poco più di un minuto, giusto per ricordarti che lo spirito di Loreena McKennitt vive. Tra alti e bassi eccoci all’ultima song City Of Refuge, in cui il gruppo ti trasmette la fatica compiuta nel suo lavoro (questa non sono ancora riuscito ad ascoltarla per intero: al secondo minuto ho il fiatone pure io…).

Questo è quanto, un giudizio devo ancora formularlo…

Elenco e tracce

01   Worlds Apart (02:32)

02   Back in New York City (05:26)

03   The Porpoise Song (03:06)

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