Il cantante bolognese Andrea Mingardi, ha avuto indubbiamente un'idea geniale nell'incidere questo disco, peraltro realizzato veramente bene. Le canzoni sono cantate in dialetto bolognese, dal cantante felsineo, spesso in duetto con ospiti illustri. Possono essere apprezzate a pieno solamente da chi conosca il dialetto bolognese bene, anche per capire le battute, che in quest'album molto ironico e divertentissimo, abbondano.
Le qualità vocali dell'artista sono di indubbio spessore, riescono peraltro ad adattarsi ai tantissimi generi musicali che in questo disco sono fusi assieme e si alternano nelle varie canzoni. Il Blues e il Jazz la fanno comunque da padroni, fra le tracce del disco.
La prima canzone è "Gig" in duetto con Luca Carboni; Gig è il classico mito adolescenziale che i ragazzi imitano e vedono come un traguardo comicamente irraggiungibile. La seconda canzone "Fat Mandèr da to Mama a Tòr Dal Lat" è la splendida versione reggae della celebre "Fatti Mandare dalla Mamma..." di Gianni Morandi che qui duetta con Mingardi. (E' indubbiamente più bella, attuale e ritmata della canzone originale). La terza si chiama "Socc'mel" dalla celeberrima esclamazione bolognese. Quest'ultima viene paragonata a quella delle altre regioni, e viene ritenuta, dal nostro Andrea, la più adatta in ogni situazione.
La quarta è "A Io' Vèst un Marziàn", divertentissima, qui eseguita in duetto con Lucio Dalla. La quinta è "La Fira ed San Làzer" in duetto con Francesco Guccini. La sesta -incredibilmente- è addirittura una canzone dal ritmo hip-hop: "Benessum". La settima "Tv" è la canzone più triste e riflessiva dell'album, in duetto con Samuele Bersani. Altro duetto è la bellissima "Bulàggna Lè Cambiè" (con testo sul difficile integramento ed accettazzione degli immigrati), questa volta con Gaetano Curreri degli Stadio. L'album si conclude poi con una digressione con Cesare Cremonini e gli altri Lunapop, sull'importanza dell'esclamazione 'Socc'mel' nella cultura occidentale.

La canzone più divertente dell'album: "Ubaldo". Inguaribile taccagno, amico di Mingardi, che così lo definisce: "il più grande restauratore di banconote stracciate, premio nobel per il 'ciucciamento' di ossi di gallina, record-man per la ricettazzione di bustine di zucchero, gran 'chiavatore' di giornali nei bar, serbatoio della macchina più secco del culo di un cammello, va in tasca solo con le ginocchia, e alle Seichelles solo in pullmann..."
Carine anche: "Ho Sposato una Femmina Francese", un bolognese alle prese con una donna parigina e "Ubaldo e Cesira" che descrive il complicato e tragi-comico espletamento di un coito fra due 'fidanzatini'.

Mix geniale di comicità, blues jazz e tanto altro... il tutto condito dal divertente dialetto bolognese, che rende più comico ogni verso.
Insomma Mingardi, ho solo un paio di parole : 'Mo socc'mel che album'!!

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