La mia ultima recensione su Malibu Ken ha scatenato un dibattito che ho intravisto solo di sfuggita, ma mi ha interessato. In sostanza, da quanto ho capito, si parlava delle novità musicali, del loro valore e della loro considerazione. Questo mi stimola a fornire un altro contributo a un sito che - secondo me - ha un notevole bisogno di novità e di spunti freschi per stare al passo coi tempi.

Stavolta vi parlo dell'esordio degli Anemone, un nuovo gruppo canadese di Montreal. La copertina fauve ci introduce a un disco dove il Rap è assente (per la gioia di molti, a quanto pare) ma di Neo-psichedelia ce n'è a bizzeffe. Un album uscito nel bel mezzo dell'inverno ma che sa tanto di fine maggio, quando i campi sono in fiore e si va in spiaggia a sorseggiare le prime bibite al bar. "Beat My Distance" è un disco fresco, algido, sbarazzino, che profuma di spensieratezza, di quando si aveva 17 anni e si inforcava la bici in maglietta. Una Neo-psichedelia spesso venata di una leggera malinconia, di una vaga nostalgia, il cui unico vero difetto è quello, a volte, di trascinarsi troppo. Questo esordio non ha la pretesa di essere l'album dell'anno, bensì di lasciarvi dentro qualcosa.

Un disco in qualche modo contraddittorio, ma lì sta la sua forza.

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