Anna Moroni è senza alcun dubbio una delle facce pulite della tv italiana: sempre composta, gentile nei modi, mai una tetta al vento, nessuna stravaganza e una delle poche a non essere stata coinvolta nello scandalo di vallettopoli.

Con la sua partecipazione alla celeberrima "Prova del Cuoco" della padrona di casa Antonellona Clerici (ora in maternità, sostituita ottimamente da Elisa Isoardi che ha fatto impennare, tra le altre cose, lo share d'ascolto) e spalleggiata da quel cazzone-cazzaro di Bigazzi, ha dimostrato a tutti che è possibile realizzare un programma curato e intelligente e per di più utile, senza dover ricorrere a isole, nomination, improbabili scuole di musica e sopratutto evitando l'odioso linguaggio scurrile che tanto affligge la nostra tv volto solo a raccatare qualche misero ascolto in più. Dicevo utile, essì perchè, come penso molti di voi sanno, la "Prova del Cuoco" è un programma di cucina che ha il merito di sdoganare le nuove generazioni verso l'immenso mondo della cucina italiana, il tutto "condito" con un linguaggio accessibile e un'atmosfera rassicurante (merito anche delle musiche firmate dall'intramontabile coro dell'Antoniano di Bologna - tra l'altro non capisco come quel coro sia formato da 50 anni da bambini, ma non crescono?).

Ebbene, direte voi, ma tuttò ciò che c'entra con Anna Moroni? C'entra c'entra, visto che comunque la sua presenza all'interno della trasmissione non è, diciamo così, preponderante (forse a causa di tempi televisivi da rispettare) e quindi molte cose della sua cucina spettacolare e esasperata  vengono tagliate dal montaggio finale della trasmissione. Sarebbe stato un peccato far disperdere tanta conoscenza  e così la nostra Anna, con la complicità della Clerici, decise nell'anno astrale duemilaesei, di dare alle stampe questo fortunatissimo ricettacolo che strapazza senza ombra di dubbio tuttle le uscite del blasonatissimo Vissani che si vantava, a torto, di essere la creme de la creme della cucina internazionale.

Uno scritto assolutamente tecnico e di difficile interpretazione, una lettura tosta da 678 ricette di difficoltà crescente che diventano addirittura imbarazzanti dopo la 450esima: questo è "Oggi Cucini Tu", appasionante libro tradotto in 34 lingue diverse tra cui il latino, il cinese semplificato e lo sfascia-carrozzese. Ora recensire ogni singola ricetta sarebbe un'impresa ardua e sinceramente non credo di  esserne capace: chiedo venia quindi se qui mi limiterò a darvi un'esempio di quello che troverete su questo straordinerio pozzo di conoscenza.

Ricetta 230:"Bigoli in salsa di cipollotti" - per 4 persone - ingredienti: 350 grammi di bigoli, 100 grammi di acciughe sotto sale, 20 cipollotti freschissimi, 1 mazzetto di prezzemolo, aceto di vino bianco, olio extravergine di oliva, sale, pepe.

Procediemento: Dissalate le acciughe sotto l'acqua corrente, eliminate tutte le lische, lavate i filetti in acqua e aceto, sgocciolateli accuratamente, asciugateli e poi conditeli con un filino d'olio. Pulite i cipollotti e tagliatene metà a listerelle sottili, nel senso della lungezza. Fatele rosolare in una padella con un filo d'olio per circa 15 minuti, poi toglietele dal recipiente. Nella stessa padella soffriggete a fuoco basso con 4 cucchiai di olio i cipollotti rimasti tagliati a rondelle, salateli e cuoceteli per 30 minuti coperti, aggiungendo poco alla volta qualche cucchiaio di acque bollente. Unite metà dei filetti di acciuga, regolate di sale e pepate. Aggiungete le listerelle di cipollotti e i filetti di acciuga rimasti e cospargete di abbandondante prezzemolo tritato. Cuocete i bigoli al dente in acqua bollente poco salata, conditeli con l'intingolo di cipollotti e acciughe e servite dopo aver aggiunto altro prezzemolo tritato. E qui mi permetto di aggiungere un piccolo consiglio personale: vini consigliati il "Gambellara"(bianco) o il "Cinque Terre"(sempre bianco).

In definitiva un "must have" per tutti gli appasionati di cucina e non solo: un libro dalle mille sfaccettature che non mancherà di stupire anche gli scettici. Da segnalare un'entusiasmante prefazione di Bruno Vespa.

P.S: il libro è bello tosto e se proprio vedete che non fa per voi vi rimando alla visione, come già detto, della "Prova del Cuoco" che altro che non è una versione soft di questo capolavoro senza tempo, se e ma.

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