Ci avete mai fatto caso che quando compaiono su un disco live le parole "In Tokyo" o "In Japan", spesso e volentieri, sia nel jazz che nel rock, escono fuori capolavori? Il pubblico nipponico ha la caratteristica di essere attento e colto, informato ed esigente, ma soprattutto RISPETTOSO fino all'eccesso nei confronti degli artisti! E, quando la situazione lo richiede, anche entusiasticamente assordanti. Questa loro propensione ad assecondare le diverse esigenze (o manie) di ogni musicista, a seconda della sua personalità, probabilmente fa sì che il musicista stesso dia il meglio, e si senta "a casa" (ad abusare di questa ospitalità sono i caratteracci come Jarrett, che amano suonare in Giappone -lì i loro capricci vengono accontentati senza discutere!).

Questo disco, registrato nel novembre del '97 dalla casa francese Dreyfus, ma uscito postumo nel '99 (l'anno della morte del povero Michel), ritrae la performance del suo trio al Blue Note di Tokyo. Suoi compagni di viaggio due vecchi amici, gli eccellenti Anthony Jackson al basso elettrico e Steve Gadd alla batteria, con i quali ha un'intesa telepatica. Un trio straordinario, purtroppo poco rappresentato su disco e dotato del raro dono dell'umiltà.

Una menzione particolare merita di riceverla il mondo musicale del nostro Michel, un mondo che può essere degnamente descritto dalla parola: "Generosità". Ha una enorme passione per la condivisione, Michel, nella vita così come nella musica; citando le sue parole: "Un sacco di musicisti hanno uno stile che é troppo egoistico. Suonano solo per se stessi e per una piccola elite fortunata. Io suono per dare piacere agli altri e per comunicare.". Parte la musica, e ne abbiamo la prova! Per l'intera durata del disco (un'ora abbondante), il piccolo grande pianista suona con semplicità, immediatezza, trasporto, preferendo la melodia all'astrazione, il divertimento all'accademismo compassato, la luce rispetto alle ombre. Il suo tocco é piacevolmente percussivo, sensibile, di una chiarezza cristallina, e anche quando i suoi lunghi fraseggi diventano veloci, ha il dono di rendere distintamente udibile e assaporabile ogni nota!

E' versatile il suo approccio: é capace di un grande senso dell'umorismo, come nella sesta traccia, la trascinante "Cantabile", nella quale indulge in un numero esagerato di ripetizioni delle stesse quattro note che é quasi provocatorio, irridente; sembra prendere bonariamente per i fondelli il suo educatissimo pubblico nipponico, che pare chiedersi: "Scherza o farà sul serio? Ma non la smette più con quelle quattro note? Che si fa, bisogna intervenire, forse si sente male?"...molto comico tutto ciò! Altre volte invece é il suo spirito romantico a prendere il sopravvento, come nella dolcissima "Love Letter", trattata con premurosa delicatezza e lirismo, quasi a non voler sgualcire l'amore nei confronti della destinataria (reale o immaginaria) di quella lettera. Altri momenti di grande melodia (ma anche ritmo!) si trovano in "September Second", "Home" e "Colors", la traccia più elaborata e sofisticata dell'album, dalle tinte pastello (battuta involontaria, giuro). Soprattutto di carattere ritmico invece, oltre che melodico, "Training", che apre il disco come meglio non si poteva e la fantastica "Little Peace In C For U", nella quale prendono forma i fenomenali assoli del bassista e del batterista; questi signori non sono conosciutissimi, ma sono veramente due giganti! Jackson ha questo bel suono profondo e controllato, gommoso, se mi passate il termine, e predilige il registro grave dello strumento, in un mondo di bassisti che non suonano le note basse. Gadd é, come Petrucciani, un maestro del tempo e della dinamica; sa dosare il volume alla perfezione, suona sempre la cosa giusta al momento giusto, e quando preme sull'acceleratore é propulsivo come solo i grandi batteristi sanno essere. Il suo uso della cassa a mio avviso é unico! Tornando a Michel, é degno di nota il fatto che tutte le tracce del disco siano sue composizioni, il che dimostra anche il suo talento di raffinato autore; unica eccezione l'ultimo brano, una "So What" a sorpresa di memoria MilesDavisiana-KindOfBluesca, che riceve un trattamento prima intimista, poi ritmicamente trascinante. L'improvvisazione modale tocca punte di alta creatività, a mio avviso degne del capolavoro originario.

Nota finale: questo disco é usato da molti audiofili per testare la validità degli impianti di altissima fedeltà-significa che é REGISTRATO DA PAURA! Il pianoforte non é mai stato catturato meglio. Un suono magnifico...

Carico i commenti... con calma