I previsti test psico-attitudinali oltre che fisico-centripeto-gravitazionali inerenti le attività sia intra che extraveicolari sono stati tutti faticosamente ma positivamente superati: ora, finalmente, siamo pronti a prendere posto alla destra del teutonico, navigato elektropilota (Beuys Von Telekraft), all'interno della minuscola ma robusta musico-navicella Techno-Rotheriana.

Le scorte d'ossigeno paiono sufficienti, i meccanismi propulsori rispondono perfettamente; classico countdown e poi il turbolento e traballante decollo ("My Name Is Telekraft") avviene in assoluta e digitalizzata ristoratrice perizia; il riciclato/bile propellente utilizzato, di stretta composizione elektro-nebulo-Kraftwerkiana, è sinonimo di garanzia: seppur sfruttato un'infinità di volte ha spesso consentito trasvolate sideree vieppiù soddisfacenti.

E' una esplorazione suono-siderale, quella compiuta dal giovane Komandante Von Telekraft(werk), caratterizzata da ben amalgamate introiettature retro-avveniristiche multigrado-direzionali; si denotano all'oscuro orizzonte algidi astri robotico-frattalizzati ["Welcome To My Laboratory", "64 Bit Audio"] verso i quali ci si direziona senza dover dispensare particolari energivorità in virtù del naturale magnetismo geo-stazionario massicciamente dispensato. Nell'ondivago, antigravitazionale girovagar digital-interstellare ci si trova innanzi inattesi quanto possenti dub-meteoriti ("Digital Vision") i quali pàiono voler compromettere la stabilità del nostro microbico modulo veicolare ma e solo quando si viene scagliati con astrale e inusitata veemenza ["City of Legends"], all'interno di una densa coltre di glacialmente roventi lapilli [i 55 primi emanati nel secondo manufatto suddiviso in 10 segmenti "Geomatrix Part 1-10"] positronici di, presumibilmente, aliena provenienza realizziamo chiara la sensazione di incredula incapacità di fronte alla indefinita immensità del musico-creato.

Komandante: mi impresta la navicella per another elektro-giro?

Carico i commenti...  con calma