27/04/06 Live at New Age (Roncade, TrevisTo)

Un conoscente mi informò un giorno che a breve stavano per suonare gli Anthrax a Roncade, non molto distante da casa mia. Così andai sul sito degli antraci e scoprii che il 27 aprile avrebbero suonato a... TREVISTO? Vabbè, poi mi sono informato su altri siti tipo Ticket One e mi sono reso conto che era a Roncade di Treviso. Non ci potevo credere: i mitici Anthrax suonavano a un'ora e mezza di strada da casa mia in un locale piuttosto piccolo per una band all'attivo da 30 anni e per solo 20 Euro di biglietto!!! Non ho potuto resistere e così sono subito andato ad acquistare i biglietti per me e per gli amici che avevo convinto a venire con me. Dopo un modesto viaggio con cartina alla mano siamo giunti a destinazione nella zona industriale di Roncade (abbiamo avuto alcuni problemi quando ci siamo accorti che sulla strada che portava al locale c'erano dei lavori in corso). La cosa più strana del viaggio è stata durante una sosta in un Autogrill quando abbiamo incontrato dei tipi che anche loro si stavano dirigendo verso il New Age per sentire gli Anthrax che conoscevano uno dei miei amici.

Ma vabbè, lasciamo perdere le cavolate: una volta entrati nel locale non ci pareva vero che gli Anthrax dovessero suonare poco dopo in un palco grande poco più di dieci metri quadrati, in un locale che teneva sì e no 2000 persone... era eccessivamente sotto le aspettative tenendo in considerazione che si trattava di uno storico gruppo del metal! Sembrava quasi di essere tornati negli anni '80 quando gli antraci e il metal erano ancora dei perfetti sconosciuti. Prima dell'ingresso dei fantastici cinque hanno suonato i 'Beyond Fear', il gruppo di supporto che suonava uno scontatissimo power metal. Non hanno entusiasmato molto, seppure alla voce ci fosse stato l'attuale cantante degli Iced Earth, per un semplicissimo motivo: troppo scontati.
Finita l'annoiante attesa mi fiondai in avanti e guadagnai la seconda fila in posizione centrale: praticamente potevo toccare il palco con le mani. Mentre le luci erano ancora accese mi accorsi che sul muro era attaccata la scaletta della serata (eh, eh, lo scazzo tipico degli Anthrax non si è affievolito col tempo...) e che a fianco della batteria era posizionato un pupazzetto di Krusty il Clown, il mitico clown bloscevico di religione ebraica, assolutamente identico a quello che tengo in auto: davvero SUPER-POW!

Mentre le luci erano spente partì "I Can't Turn You Loose" dei Blues Brothers (storica intro dei live anthraxiani) che sfociò in un'ovazione del pubblico che accolse il gruppo, il quale nel frattempo si posizionava sul palco nell'oscurità. Al termine dell'intro ecco partire, come da scaletta (LOL), l'intro di Among The Living che cominciò a far sentire il peso della gente delle file anteriori sulle mie spalle. Quando la musica partì il pogo la seguì, ma ecco che dalle quinte stava giungendo Joey Belladonna il quale, con una faccia assurda, dimostrava al pubblico che era tornato più 'velenoso' di prima. Dopo l'ascolto dell'ultimo album "Alive 2" degli Anthrax (con Belladonna alla voce) pensavo che la sua voce non fosse stata mai più quella di un tempo, invece durante il concerto di quella sera mi sono dovuto ricredere: la voce non era così pesante come nell'album e gli acuti erano piuttosto fedeli ai brani originali. Oltretutto a metà concerto diede dimostrazione delle sue qualità canore con un urlo spaventoso, impensabile per un non-più-giovanotto come il vecchio Joey.

Già dalla prima canzone avevo perso i miei amici di vista, ma per fortuna ero ben ancorato alla mia posizione e quindi non mi allontanai molto dal metro e mezzo dal mitico Joey. Oltre alla splendida prestazione del cantante in tale serata si è potuto notare un grande affiatamento da parte di tutta la band, unita e compatta nonostante i 30 anni di avventure passate più o meno assieme. Inconfondibile la voglia di divertirsi, di ridere e di scherzare del gruppo come quando, ad un certo punto dell'esibizione, hanno cominciato a presentarsi l'un l'altro come gli speakers americani (cioè parlando ad una velocità impressionante), marcando molto sulla loro discutibile italianità (3 membri su 5 hanno dei nomi italiani).
Favoloso è stato anche l'accostamento Spitz-Bello, che in alcuni istanti dava l'impressione di trovarsi in un circo, vista l'enorme differenza di statura dei due (veramente indimenticabile quando si sono abbracciati a fine concerto: sembrava una scena dei viaggi di Gulliver). Durante il concerto sono stati suonati brani contenuti nei primi 5 album, quasi tutti contenuti nell'Anthrology, da Among The Living ad Antisocial, da Metal Trashing Mad a I'm The Man, da NFL a Got The Time per concludere in bellezza con I Am The Law.

I brani sono stati riprodotti piuttosto fedelmente e soprattutto con grande passione: si poteva vedere dai volti dei fantastici cinque quanto ci mettessero tutti loro stessi nel suonare le canzoni. Il piccolo Spitz ha dimostrato, nonostante l'età e nonostante la chitarra delle Ninja Turltes non sia più tra le sue piccole mani, di non aver perso quella velocità che lo contraddistingueva, così come per Frank Bello, il più scatenato del gruppo. Anche Charlie Benante ha dimostrato di essere rimasto il grande bassista di sempre, soprattutto durante l'assolo di batteria, fatto sotto richiesta dei membri del gruppo (sempre più SUPER-LOL!). Indubbiamente Charlie rimane ancora uno dei più grandi batteristi metal in attività. Il meno preso della serata è stato il pizzettone di Scott Ian, il quale, forse per il piccolo spazio che aveva intorno a sé, non l'ho visto battere violentemente i piedi a terra come ai tempi d'oro. Insomma, come ho detto prima, in quella sera sembrava di essere ritornati nei concerti del tour di "Spreading The Disease", non solo per il locale, non solo per la grinta del gruppo che era rimasta sempre la stessa, ma anche per il pubblico che per tutta la durata del concerto si faceva lanciare in avanti per raggiungere il palco, venendo però prontamente spinto indietro dai possenti buttafuori.

Insomma, un concerto favoloso, sia per l'energicità tipica degli Anthrax, e sia per la dimostrazione di non aver perso il carisma nonostante gli anni. Non potrò mai dimenticare di quella notte la fotogenicità di Belladonna che si metteva in posa ogni qual volta gli veniva scattata una foto, o quando, sempre Joey, ha preso la macchina fotografica dalla mano di chi mi stava vicino per fare una foto a questo, o quando a fine concerto sono riuscito a recuperare il plettro di Scott Ian in una mischia furibonda, o quando si sono dimenticati di suonare Madhouse (era segnata nella scaletta!) e soprattutto quando Joey 'The Voice' ha introdotto "Medusa" con un queste testuali parole (naturalmente tradotte in inglese):
« Per cosa vivete voi? Per il metal? »« Sì »« No, non dite cazzate, voi non vivete per il metal. Ve lo dico io per cosa vivete. . . Voi vivete per la passera! (Congiungendo il pollice e l'indice della mano destra, tenendoli verso l'alto e portandoli a contatto con la fronte) »« Yeeah! È vero!!! »« Beh, stasera ci sono poche ragazze in giro (dando un'occhiata veloce qua e là), quindi possiamo essere sinceri:... le donne... sono tutte uguali, sono tutte...» (Ovazione)«...Sono tutte delle vipere, ci succhiano ...eh, eh... ci succhiano il sangue, sono tutte delle puttane. E questa canzone è dedicata a loro: MEDUSAAAAA!!! »

Insomma, se qualcuno doveva venire e poi ha rinunciato all'ultimo momento deve sapere che ha cappellato di brutto. KNOCK!

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