Questo disco è divertente. Questo disco ti mette di buon umore. Questo disco e' uno scherzo. Questo disco e' l'ultimo con Joe Belladonna.

Anno 1991. Come dicono bene le note di copertina scritte dalla band, questo album non era un nuovo album con nuove canzoni ma bensì una collezione di b-sides, live performances e brani rari e introvabili, fatto uscire per accontentare le domande dei fans su alcuni brani di difficile reperibilità. Quindi ecco l'idea di raccoglierli in un unico disco, che vista la durata di 44 minuti non definirei E.P. come riportato sempre nelle note di copertina.

Il gruppo arrivava dal poco convincente "Persistence of Time" uscito un anno prima. Ora, io non so se quando uscì questa raccolta i rapporti con la casa discografica dell'epoca erano agli sgoccioli, quindi l'uscita di questo album fu per assencondare dei contratti come fu il Live " The Island Years" uscito nel 1993, fatto sta che Attack... riporta gli Anthrax a quella dimensione di "cazzoni" del Thrash Metal, quelli che si prendono poco sul serio e giocano con l'immagine risultando pero' alla fine anche i piu' impegnati nelle liriche. Non si puo' negare che davanti ad un Mustaine perennemente incazzato e con il broncio, agli Slayer con le loro liriche oltranziste e ai quattro cavalieri freschi di popolarità da Mtv data dal Black Album, gli Anthrax ne escono vincitori in quanto a semplicità, autoironia, voglia di mettersi in gioco e umorismo.

Bene, questo disco è qui a dimostrare tutto questo. L'iniziale Milk (Ode to Billy), dove Billy sta per Billy Milano (simpatico quanto antipatico cantante di S.O.D. e M.O.D.) è una cover dei SOD, per appunto, gruppo, antesignano del Crossover ThashCore, nato come progetto parallelo agli Anthrax, dove al corpulento Billy si affiancavano Benante, Ian Scott  e Dan Lilker. Brano Hardcore con coda sincopata così come l'altra cover dei Sod qui presente Cromatic Death.

Se volete avere nella vostra discografia uno dei primi esempi di Crossover Metal-Rap dovete avere questo disco  solo qui la troverete). Si tratta di quella ormai leggendaria Bring The Noise, canzone dei PUBLIC ENEMY musicata dagli Anthrax con violente sfuriate Thrash. Un piccolo capolavoro che a distanza di quasi vent'anni colpisce ancora nel segno. Della stessa pasta I'm the man '91, rifatta ex novo.

IL resto è una manciata di live (Keep it in the family e Belly of the best), una spassosissima country song, Startin' up a posse, una ballad N.F.B. (Dallabinikufesin) messa a dimostrazione di come con una chitarra acustica e quattro parole romantichine mischiate tra loro si possano fare grandi soldi (chiedere ad alcune hair metal band dell'epoca). Altre cover come Pipeline dei The Chantays, Parasite dei Kiss e Sects dei francesi Trust, tanto sottovalutati quanto saccheggiati per cover.

Insomma un calderone senza un senso logico, che ha però il grande pregio di divertire dall'inizio alla fine, adatto per un bel party all'aperto con piscina, donne ehm... ok va bene anche un barbecue e della birra fresca, i nostri amici Anthrax apprezzerebbero ugualmente.

Due anni dopo i Newyorchesi ritorneranno seri con il grande Bush alla voce e quel grande disco (sottovalutatissimo) che fu "Sounds of white noise", uno dei capolavori degli anni '90.

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