Viviamo nella luce, la tetra luce che illumina la merda che riempie la nostra esistenza e si estende attorno a noi. In questa divorante società dell'apparire, dove l'avvenenza non è più privilegio bensì obbligo, dove le leggi non sono più leggi, sono i volti sorridenti dei potenti, degli ipocriti, dei raccomandati e dei benpensanti da quattro soldi ad essere sempre splendenti. Gente che prima va in chiesa e poi sputerebbe nell'occhio a ogni persona di colore che incontra per strada.

Disprezza con tutto il cuore quel mondo falso e fatto di plastica. Così come i veri eroi si aggirano nel buio, come il barbone che ogni giorno lotta in una terra di squali, o la famiglia sfruttata che non riesce ad arrivare a fine mese, i rivoluzionari e i profeti autentici scelgono l'oscurità. Nel '700 i cospiratori si riunivano al lume di una candela. Poi sono venuti gli Antisect: cinque anni assieme, un nuovo genere tirato fuori dal loro magico cilindro: il Crust punk. A cui si aggiunga questo piccolo monile raro: dieci minuti e spiccioli di furia ed incazzatura assolute. Schitarrate taglienti come lame, una batteria che scuote a calci la tua povera mente assopita, e la voce di migliaia di persone inghiottite nella spirale mortale del sistema fuse, come per un arcano miracolo, in quella di Pete Lyons. Questo è "Out From The Void".

Abbandona la tua fredda luce e schiudi la tua corolla alla tenue luce astrale, quale un gelsomino rinato.

Accetta l'oscurità, ed esci dal vuoto

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