Siamo nel 2002 e un gruppo di ragazzi decidono che è ora di uscire dall'anonimato, dalle cantine e dai piccoli disco pub per dare alle stampe questo primo, sudato lavoro. Quest'album è il frutto della fantasia di sei giovani salentini (Cesko Arcuti, Francois Rekkia, Valerio "Combass" Bruno, Luca "LuFeru" Ferro, Dj Cordella e Puccia) che, stanchi della "solita" musica che sentono suonare, vogliono portare una ventata di novità negli sterei e nelle feste del Salento, e ci riescono.
L'estro musicale di Arcuti (compositore e autore di gran parte del "materiale sonoro") ci prende per mano e ci conduce in un vortice di musica allegra, trascinante e coinvolgente. Si inizia subito con l'intro "Parentesi in musica" che scandisce : "Non si può fermare, no non si può fermare, fermare la musica". . . . . . ritmo lento e quasi ipnotico, la sezione di fiati coordinata da LuFeru a scandire il tempo che vuole preparare lo scoppio di energia che segue con "Ci sei solo tu" e soprattutto con "Paris", quest'ultima utilizzata in pubblicità (questo è stato il loro lancio nazionale). Se non vi siete già stancati di ballare esplode il pazzo ska di "Ricominciamo", pezzo portante della storia del gruppo che scatena pogate e ovazioni in ogni loro live. Scanzonata rilettura di un cavallo di battaglia di un altro illustre salentino come Pappalardo riportata ai nostri tempi, una patchanka reggaeggiante con pochi eguali che brilla per unicità e freschezza.
Ci si rilassa un pò con "La stagione dell'amore c'è", con ancora la tromba di Ferro a farla da padrone a introdurre "Lu rusciu te lu mare", pezzo classico popolare salentino rivisitato in chiave rock. Dopo un interludio strumentale ancora omaggi al Salento, prima con "Lu sule, lu mare, lu ientu" e poi con la rilettura di "Kalinifta", altro pezzo popolare magistralmente cantato da Cesko in perfetto griko (un antico dialetto con contaminazioni greche e albanesi), dal ritornello irresistibile. Siamo sul finire di un canto d'amore per una terra che non ha uguali, e "Terra" è una chiara dichiarazione d'intenti, il dolore di un suo figlio che deve abbandonare "questa terra caliente dal profumo inebriante" tanto bella quanto difficile. Si chiude con la ballata "Senza rumori di città", con il mare in sottofondo e la voce di Cesko che qui si fa quasi flautata a salutarci idealmente con un ultima cartolina, un tramonto estivo di quelli che restano scolpiti nella memoria.
Gli Après sono tutto questo, sono un mix di rock, ska e reggae nato per farci ballare e sudare nei live, una danza tarantolata e liberatoria come questa musica, figlia di una cultura variegata e colorata. Buon ascolto. . . . e mo burdellu!
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