I dischi doppi dal vivo furono una moda essenzialmente settantiana alla quale nessuno potè sfuggire a suo tempo. Ed anche al giorno d’oggi, chiunque sia preso dalla passione vintage per quei tempi musicali è inevitabilmente portato ad incrociarne ed ascoltarne diversi.

In quell’era dei mitici “Made in Japan”, “Frampton Comes Alive” e tanti altri, uscì nel 1974 con più modesta fortuna commerciale il contributo live in coppia di LP di questi Argent, quartetto londinese basso/batteria/chitarra/tastiere, coi due solisti Russ Ballard e Rod Argent entrambi compositori e cantanti. Il chitarrista Ballard ammiccava al pop, o comunque alla canzone strofe+ritornello pulita e agganciante; il tastierista Rod tendeva di più ad Emersoneggiare (restando a dovuta distanza virtuosa dal compianto Keith) e a speziare le sue musiche con qualche stranezza progressive, non troppe però.

Il brano che apre l’album è in ogni caso progressivo al 101 per cento, uno strumentale di oltre dieci minuti ovviamente firmato Rod Argent, dal titolo allora molto attuale di “The Coming of Kohoutek”. Il perielio di questa luminescente e spettacolare stella filante era avvenuto a fine 1973, trascinandosi dietro tutto il cucuzzaro di aspettative, timori, sinistri presagi e ispirazioni varie. In ambito musicale si presero la briga di dedicare una canzone a questo astro di passaggio, oltre agli Argent, i Kraftwerk i Journey e fuori tempo massimo (dieci anni dopo) pure i R.E.M. La suite procede, attraverso cambi di tempo e di atmosfera. per varie fasi dominate via via dal moog, dall’organo, dal basso, dalla chitarra. Non è per niente capolavoro, ma resta ben indicativa di dove andava a parare certa musica del tempo, pretenziosa ma libera, ingenua ma ricreativa.

Tracce concrete di progressive si registrano anche nella power ballad bipartita “God Gave Rock’n’Roll to You”, stavolta di Ballard, coverizzata molti anni dopo con successo anche dai Kiss. E’ una canzone che non ammette mezze misure: o la si ama o la si odia, accattivante ma pomposissima com’è.

Vi è un’altro brano diviso in due tracce “part 1” e “part 2”, ovvero “It’s Only Money” ma il progressive non c’entra più, è solo un hard rhythm&blues con forte sviluppo strumentale, alla stessa maniera di “Thunder and Lighting” altra creatura di Russ Ballard, efficace veicolo per fargli sfoggiare la voce particolarmente tenorile e squillante.

L’intrattenimento progressivo torna invece a piena forza con Rod Argent nella sua “Music from the Spheres” nella quale sfoggia le sue doti di vivace pianista. Ma anche Ballard sa suonare, e comporre, sul nero strumento a coda e qui lo dimostra nella sua magnifica “I Don’t Believe in Miracles” una slow song dalla melodia commendevole, fra le cose migliori mai generate da questo prolifico compositore, per se e per altri.

La quarta facciata dell’album, ovvero le ultime due tracce, è dedicata ai due pezzi più in vista del repertorio ovvero “Hold Your Head Up” un hard rock dal riff irresistibile qui costituente la chiusura del concerto, e poi “Time of the Season” che funziona invece come bis (“Encore”, appunto). Quest’ultima in realtà è un brano degli Zombie di un lustro prima, ma essendo gli stessi il gruppo precedente di Rod Argent prima che passasse a fondare questa formazione a suo nome, siamo senz’altro in pertinenza… Il brano è tutto suo del resto, ed è caratterizzato da un indimenticabile, agganciante svolazzo vocale al termine del ritornello, di una seduzione rara.

Nessuna post-produzione presente, errori e incertezze sono compresi nel prezzo e rendono l’ascolto più appetibile. Tre stelle e mezza, tendenti a quattro.

Elenco e tracce

01   The Coming Of Kohoutek (10:38)

02   It's Only Money (Part One) (03:51)

03   It's Only Money (Part Two) (05:14)

04   God Gave Rock'N'Roll To You (07:01)

05   Thunder And Lightning (06:17)

06   Music From The Spheres (09:13)

07   I Don't Believe In Miracles (03:37)

08   Dance Of Ages (09:19)

09   Keep On Rolling (05:30)

10   Hold Your Head Up (11:29)

11   Time Of The Season (06:42)

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