Eccolo qua. La fonte dei nostri sogni e delle nostre speranze. Non so se qualcuno di voi si sia mai chiesto perchè il mio soprannome su DeBaser sia “ habstract” . Ebbene, questo era il nome del mio ex-gruppo musicale. I componenti principali erano tre ragazzi di Lizzano, in provincia di Taranto: Antonio Leggieri (chitarra) Gaetano Rizzo (chitarra) e Vito Surgo (basso) cui mi aggiunsi io in veste di cantante e terza chitarra (dal vivo) e in seguito Donatello Nardelli alla batteria. Eravamo gli H. A. B. S. T. R. A. C. T. , un gruppo che si ispirava agli Opeth per le atmosfere e gli intrecci di chitarra e agli In Flames per le parti più veloci e aggressive, ma il nostro rimaneva comunque uno stile estremamente personale. Poi un giorno dovetti andarmene dalla band: mi dissero con un sms che era meglio me ne andassi, per vari motivi. Motivi scolastici, e difficoltà di incontrarci una volta alla settimana per provare; ma anche motivi musicali, perchè la mia voce non andava evidentemente bene per eseguire i pezzi più violenti. Non ho comunque voglia di parlare di ciò in questa sede. Fatto sta che, a prescindere da quanto è successo in passato, la nostra amicizia è rimasta ben salda ed ora sono qui a recensire quel fatidico demo, quello dove io non ho potuto lasciare le mie impronte.
Il gruppo ha cambiato nome, nel frattempo: ora i quattro sono diventati gli Arkhamian. Ma lo spirito è rimasto quello di un tempo. Tre pezzi contenuti nel demo: 1) "Field Of Solitude" (di cui avevo suggerito il titolo e di cui scrissi il testo, anche se non è lo stesso che appare nel demo) 2) "Dreaming With The Devil" e 3) "Memory". A parte la seconda song, i ragazzi hanno deciso di pubblicare dei pezzi più recenti. Sapevo già che sarebbe stato un demo meraviglioso. Vito e il suo basso aprono le danze. Poi la chitarra di Gaetano cresce sempre più e ci si sente avvolgere dalle distorsioni. Eccola, "Field Of Solitude", registrata splendidamente proprio come la sognavo. Le chitarre si intrecciano in una danza ancestrale. La voce corale di Gaetano e Antonio avvolge il pezzo, disegna scenari di sorda malinconia, per poi tramutarsi un growl figlio illegittimo di Mikael Akerfeldt, da sempre un ispiratore per il gruppo. Così le melodie si susseguono, e mi ricordano sempre più da vicino i primi Opeth. Poi tutto si calma e un arpeggio cresce lentamente, fino alla chiusura. Meravigliosa. Si, è proprio la "Field Of Solitude" che sognavo. Poi inizia subdola "Dreaming With The Devil". Dopo l'intro iniziale ecco subentrare il doppio pedale, e non ci sono prigionieri. Ricordo che per affittare quel doppio pedale volevamo fare una colletta! Si, dietro questi riff si nasconde una passione sconfinata per la musica, e un talento ormai raro. Era questo che amavo. Pura violenza e intrecci melodici fanno da sfondo a paesaggi a volte cupi e dannati, a volte più delicati, che si stendono sui sensi lentamente. Incredibile. Infine, l'ultima canzone che Antonio scrisse prima del mio allontanamento. "Memory". Mai titolo più adatto, visto che questo è l'ultimo ricordo che ho di loro. Un assolo dal sapore orientale, poi un susseguirsi di rallentamenti e cavalcate. Visioni di qualche mondo arcano e sconosciuto. Solo 3 pezzi proposti ma tantissima carne al fuoco, difficile per me da descrivere. Un continuo andirivieni di sensazioni ed emozioni. Era proprio questo il gruppo in cui sognavo di suonare. Ma ciò è anche la dimostrazione di come non bisogna scovare troppo lontano per trovare chi sappia regalare emozioni con la propria musica.
Auguro agli Arkhamian di raggiungere il prima possibile il successo, e di vincere il concorso per band emergenti proposto dalla Nuclear Blast, perchè sono dei grandi compositori, anzi, dei grandi musicisti e se lo meritano davvero. Anche senza di me. Vi auguro tutta la fortuna di questo mondo, ragazzi.
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