Circa un paio di annetti fa, quando era in piena fase gothic metal e dark in generale, incappai in questo disco, "Plastic Terror" dei romani Artica. Per mia ignoranza personale premetto che non conoscevo affatto questa band, che poi seppi avere un'esperienza in questo campo addirittura decennale, per cui ho deciso di buttare giù due righe proprio su questa loro fatica del 2006, giusto anche per riascoltare questo cd da me lasciato a lungo sul mio scaffale. Quando lo acquistai e lo ascoltai in loop per circa una settimana arrivai alla conclusione che l'album non era esattamente quel discone che tutti elogiavano, almeno secondo i miei gusti ovvio. Aveva certo delle canzoni potenti, sensualmente cupe e affascinanti, però c'era un non so cosa che non me lo faceva apprezzare appieno. Passati due anni, vediamo se, come il buon vino, questo disco è migliorato con il tempo.

L'inizio è tirato con l'aggressiva "Black Eyes", con delle chitarre taglienti in eterno riff e delle tastiere dalle tinte malinconiche e d'atmosfera. La voce alterna momenti in cui è più profonda, quasi baritonale ad altri più portati allo scream, sebbene mantenga comunque la sua profondità di fondo. La traccia serve poi a indirizzarci verso il percorso degli Artica targati 2006: più orientati quasi a sferzate metal (come già detto) e, cosa che colpirà di certo i fan di vecchia data del gruppo, più aperti a nuovi idiomi. Il disco contiene infatti undici tracce, due delle quali in italiano e una in tedesco (di certo un punto di distacco dai precedenti lavori in italiano). L'apertura massiva all'inglese segna dunque fosre la volontà del gruppo di farsi largo in mercati esteri e magari dove la cultura gothic metal è più diffusa e seguita.

"Sacrificium" prosegue quanto detto per la precedente, con i suoi chitarroni che emergono dalla nebbiolina dipinta da loro stessi nel teso verso. Di certo una canzone orecchiabile, cupa al punto giusto e che sa lasciare un segno.

Decisamente più bella è la title track, molto gotica e disperata nel suo incedere labirintico e stratificato, che sfocia in un ritornello arioso e ricco di atmosfera. Finora è questa forse la traccia migliore del disco, quella che in teoria può farlo emergere dalla massa.

Si continua poi con l'altra sorpresa del lotto, "Ocean". Abbiamo davanti forse l'unica simil-ballata di "Plastic Terror": le chitarre sognanti si uniscono a quelle più rocciose e di stampo metal creando una bellissima atmosfera dalle tinte blu scure, con un arpeggio nel ritornello così immaginifico e notturno che ti fa venire un cielo parzialmente velato dalle nubi che passano velocemente, quasi come carri che trasportano il sole e lo fanno avvicendare con la luna.

Tra le restanti tracce citerei soltanto "The Deserter", con il suo ritornello molto dark wave, e "I Don't Fit", atmosferica come la già citata "Ocean". Il restante invece continua a distanza di due anni dai miei primi ascolti, a non colpirmi affatto: si tratta sicuramente di buone canzoni, dai riff accattivanti e tipicamente gothic, eppure mi trovo a dover riconfermare la mia vecchia impressione. A riguardo delle due tracce in italiano, le trovo piuttosto inadeguate, fittizie, plastiche diciamo: non riesco proprio a coniugare la nostra lingua con il genere proposto dagli Artica in questo disco, e non so spiegarmelo, dal momento che trovo l'italiano molto musicale e poetico se saputo usare (Diaframma, Novembre, Klimt 1918 e tanti altri lo dimostrano). Sarà per un attitudine più punk e feroce presente in "Aggressione" e "Roma Brucia", sarà per la mancanza di atmosfera, il fatto è che non riesco proprio a digerire queste due canzoni, sebbene le abbia provate ad ascoltare ripetute volte.

Tirando le somme "Plastic Terror" è un disco discreto, lontano anni luce dall'essere un capolavoro, che merita però un vostro ascolto, se non altro per quelle 5/6 canzoni che spiccano dalla piattezza generale.

Elenco e tracce

01   Black Eyes (04:17)

02   Sacrificum (03:49)

03   Plastic Terror (03:38)

04   Ocean (04:54)

05   Engel (04:19)

06   The Deserter (05:33)

07   Nemesi (05:19)

08   Fade Away (04:27)

09   Aggressione (04:17)

10   I Don't Fit (04:56)

11   Roma Brucia (03:12)

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