Sapevo perfettamente, allorquando mi accinsi ad acquistarne sulla rete l'intera discografia, che i titoli dei lavori degli Asia erano d'una sola parola, che cominciava e finiva per "A". Di conseguenza, spostando i titoli nel carrello ed imbattendomi in "Aurora", neppure feci caso a cosa stavo acquistando... "Asia Alpha Astra Aqua Arena Aura"... "Aurora" ci stava a pennello, bisogna dirlo...

Nell'attesa che il plico sopraggiungesse, però, alcuni furono gli elementi che mi portarono a sollevare qualche iniziale dubbio... Innanzitutto controllai la mail di conferma dell'ordine, e notai che "Aurora" mi costava quasi il doppio degli altri cd... Indizio, questo, che sarebbe saltato subito all'occhio, se non avessi le mani a forma di scolapasta. Che fosse una raccolta di hits, uscita magari a Natale, per fare qualche spicciolo (col c..o mio?)? Decisi di andare in giro per i siti, non trovando però la benché minima traccia di "Aurora" nella loro discografia... Una raccolta di Natale, ok, ma del Natale di quanti anni fa, se persino su internet non ne sa niente nessuno? Il sospetto che fosse un "cd per far cassetta" aumentava esponenzialmente, fin quando, tra un impegno e l'altro, nonché affrontando e sconfiggendo la mia attitudine alla sbadataggine, non rimisi piede nel sito "vendi-tutto", in cerca di "Aurora"... Tra i vari singoli di Ramazzotti sbucò un'immagine tutta nera... La ingrandii e notai che, nella cover, la grafica indicante nome della band e titolo c'era eccome, ma era impressa in nero sullo sfondo, anch'esso nero. Ed era proprio quello, "il mio item"...

Dov'erano finite le pacchianissime grafiche di Roger Dean? Non avete voluto pagarlo, il buon vecchio Roger? E perché? Per sparagnare? E se non avete voluto spendere un farthing per una copertina, cosa ci avete messo, dentro a 'sto cd, visto che siete sparagnini?! Scorrendo oltre, m'accorsi che era un ep, e che era valutato hard-to-find (sarà, ma il titolo era ancora "available"). Ad ogni modo, un progetto "introvabile" (sic!) era una chicca, ed una chicca è sempre una chicca. Quando "finalmente" il malloppo pervenne a casa, scoprii l'amara, ma oramai prevedibile, verità.

Prodotto e distribuito nel 1986 nel solo Giappone, "Aurora" altro non era che un mini-dischetto contenente un brano presente in uno dei loro 33 giri, nonché tre b-sides di altrettanti 45 giri. Altro che "progetto non ufficiale", "soluzione alternativa" al binomio album/singolo! Un pacco, ecco cos'era! Un pacco dal costo di un hard-to-find. Ed a quel prezzo, manco la copertina di Roger Dean, m'hanno venduto, sti stramaledetti... Non che le sue covers mi piacciano, ma perlomeno ci sarebbe stato qualcosa da guardare... Ed i tre b-sides? I tre b-sides si trovavano in una raccolta di b-sides che arrivava assieme a tutti gli altri cd ordinati! Alla faccia dell'hard-to-find! Premesso che, per non poca gente, il qualsivoglia disco degli Asia è da considerare, nella migliore delle ipotesi, 'una sola'; premesso che mi sento d'affermare che chi lo sostiene non ha proprio tutti-tutti i torti, quello di "Aurora", per me, fu il "pacco dei pacchi".

Per la cronaca, il brano già edito in un loro 33 giri è "Too Late", presente in "Astra" (1986), che di per sé è già il disco peggiore del periodo-Wetton, cioè dall'82 all'86. Insomma, non volendo pubblicare "Too Late" come 45 giri per il Giappone, convinti che chi spende soldoni per mangiare il pesce crudo sia capace di spenderne altrettanti per quest'altra porcheria, decidono di fare un "minidisco", inserendoci 3 pezzi già bell'e pronti, senza scrivere senza suonare e senza registrare nulla. E senza spendere una sterlina, né uno yen. "Too Late", per la cronaca, altro non è che un AOR rock orecchiabile ma già sentito, con un inizio di tastiere che ricorda "Hold The Line" dei Toto.

"Ride Easy" è un pomposissimo episodio tra riffoni di chitarrazza, fraseggi "tardissimo-medievali" di tastiera di Downes e "soli-soletti" dal gusto prog della chitarrina, riconoscibile a mille miglia, di Steve Howe. Immancabile il ritornello pop. B-side di "Heat Of The Moment". "Daylight" inizia con un organo da messa; il prete leva il saio ed indossa l'armatura; quindi, come ogni templare che si rispetti, va ad ammazzare il male. Anche qui, un inspiegabile (e tipico dello stile "asiatico") ritornello melodico in coro, che piuttosto che ai Bon Jovi sembra somigliare a qualcosa dei Pooh. B-side di "Don't Cry". Nella finale "Lying To Yourself" - retro della ballatona "The Smile Has Left Your Eyes" - la bella e classica melodia pop è deturpata da questa cornice pomp. Provate a mettere una cornice da quadro di Reggia di Versailles ad un pezzo di Andy Warhol, e domandate a voi stessi se la trovata vi sembra felice.

Con quelle potenzialità lì, gli Asia avrebbero potuto stupirmi e stupirci con effetti speciali, ed invece hanno preferito fare soldi... "Aurora" non fa proprio schifo-schifo, ma è la crudele e spietata regola del 'music business' (regola che, stranamente, eredita dalla sapienza campestre, e che infatti recita "dell'artista non si butta via niente") a far sì che l'inservibile progetto si becchi un bellissimo "1". Chissà se fu una decisione presa esclusivamente della casa discografica... Chissà se, invece, nel progetto di questo ep (progetto per cui non sarebbe servito che un minutino di colloquio al telefono con gli autori delle canzoni) era previsto l'esplicito consenso degli Asia alla pubblicazione... In tal caso, la band, perlomeno Wetton e Downes, sarebbero responsabili di questa "porcata" (il porco e l'artista, come vedete, continuano ad andare di pari passo...)...

Certo: dobbiamo esser garantisti, si sa... Ma nella vita, a pensar male si sbaglia raramente. E' a comprare ad muzzum, come faccio io, che si sbaglia tanto!

Ah, ancora per dovere di cronaca: neppure in Giappone, sono riusciti a vendere sta schifezza.

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