Il povero Barry Bailey, supremo chitarrista, si presta a comparire in copertina per questa quinta fatica della sua band di rock sudista operante a Macon, Georgia; solo che si vedono solo la Gibson Les Paul Deluxe dorata e le sue sapienti mani e braccia che la suonano. Al posto del torace e della faccia vi è un registratore con… qualche problema di riavvolgimento del nastro.

“Nastro rosso”, perché il disco è decisamente rock, stavolta con limitate concessioni al singolo buono per tutti i gusti o quasi, ovvero alle ballate intriganti, in genere concepite dal cantante del gruppo Ronnie Hammond.

Jukin’/San Antonio Rose” è uno svelto rock’n’roll 100% sudista, tanto per rompere il ghiaccio con vivacità; ma è ben più pregnante la successiva “Mixed Emotions”, il primo boogie del lotto, col tipico schema delle due chitarre posizionate ai lati estremi dell’immagine stereo, a saltellare allegramente di ritmica mentre al centro si succedono cantati ed assoli: semplice ma avvincente.

Bella compatta pure “Shanghied” (che titolo!), sempre con le due soliste accoppiate a creare rock blues; stavolta però ci sono sprazzi di dolcezza nel cantato e nei cori, un contrasto che si fa piacere. E che viene rotto dalla sirena di una volante per l’incipit della successiva “Police! Police” che però, malgrado titolo e prologo stuzzicante, scorre anonima senza infamia o lode.

Beautiful Dreamers” è il primo ed unico brano lento, una ballata prevedibile e di routine, tutt’altro che brutta, beninteso. Però suona assai migliore “Oh What A Feeling”, resa interessante da irregolarità ritmiche che fanno salire l’attenzione, pur diminuendone l’appeal commerciale. La chitarra solista di Barry Bailey prende ad eseguire gragnole di note e ciò è inusuale, dato il musicista sempre così lirico e scolpito nel suo fraseggio.

Section Free Spirit” è rocciosa, vagamente rollingstoniana (a parte la voce, di tutt’altri mondi) e non lascia traccia, però prepara il terreno alla finale, titanica “Another Man’s Woman”, il pezzo forte dell’album e destinata a diventare costante bis nei concerti di questa nobile formazione: riff iniziale scolpito nell’ossidiana, andamento da rock bluesone gigante che si allarga nel coro di ritornello ma poi torna teso e sagomato per le altre strofe.

A quattro minuti e mezza sarebbe finito tutto… Manco pe’ggnente, stacco di batteria e parte la jam session. Che qui in studio pilota il brano fino ai quasi dieci minuti totali… Dal vivo la tiravano anche ai venti, nelle serate ispirate: assolo di basso, duello fra i due chitarristi… uguale agli Allman Brothers si può dire, ma un tantino più rock. E’ il classico numero pienamente godibile sotto di un palco ma ci sta anche registrata in studio, per la sua qualità melodica ed armonica.

Siamo ancora alle quattro stellette…Se non ci fosse compresa “Another Man’s Woman” sarebbe stato un passetto indietro rispetto al precedente lavoro “Dog Days”. Ma “La donna di un’altro” c’è, è qui, a concludere al meglio la scaletta; e quindi il giudizio generale è che si tiene botta e si ribadisce, per ora, la più che buona resa discografica dei più recenti lavori predecenti.

Elenco e tracce

01   Jukin (03:43)

02   Jukin / Jukin (00:00)

03   Jukin / San Antonio Rose (00:00)

04   Mixed Emotions (03:20)

05   Shanghied (02:14)

06   Police! Police! (03:11)

07   Beautiful Dreamer (03:26)

08   Oh What A Feeling (02:39)

09   Free Spirit (03:35)

10   Another Man's Woman (09:47)

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