Il mio gruppo southern rock preferito è questo sestetto con base a Doraville, Georgia. Il loro stile molto rotondo e nitido, pieno di classe e misura, ha i suoi punti assoluti di forza nella voce sexy (!) del frontman Ronnie Hammond e nella Gibson De Luxe, di nome e di fatto, dello strumentista più brillante della formazione, il solista Barry Bailey. A differenza dei loro cugini di genere, ARS rifugge volentieri dalle cavalcate chitarristiche estreme e pluristratificate, di tipo lisergico (Allman Brothers) oppure tamarro (Lynyrd Skynyrd, Molly Hatchet). Il gruppo compone ed arrangia divinamente canzoni molto compatte, alcune decisamente leggere e lineari, altre più corpose, nelle quali gli strumentisti ottengono il loro proscenio e, senza mai strafare, dimostrano tutta la loro classe. E' un southern adulto e misurato, caldo e dolciastro ma tosto, appassionato, lirico e coinvolgente. Quest'album ha una fuorviante copertina buzzurra e approssimativa, contiene invece musica raffinata e passionale. Per qualche ragione risulta il mio preferito di questa band, fra la quindicina circa fatta uscire nell'arco di trent'anni. Il songwriting si mantiene costantemente alto, alcuni riff di chitarra sono puro fuoco, un paio di ballate sono di una liricità e gusto disarmanti. Non vi sono sorprese né fuochi d'artificio, lo spettacolo lo fa questa sincera, sulfurea musica americana, con le lezioni degli Stones e dei Beatles, del country e del blues, fuse insieme da musicisti sensibili e preparati, più attenti al risultato totale che non all'acuto personale. La risultante è un classic rock col profumo del sud del grande paese americano, in cui immergersi con fiducia e tempo a disposizione, chè al primo ascolto, potrebbe sembrare rock qualunque; dandogli maggiori chances invece è facile affezionarvisi profondamente. Ascoltate l'affilata e sapida chitarra di Bailey in "Listen To The Wind", le due chitarre in unisono a stampare un riff trascinante in "Every Little Bit Hurts", la melodia fremente di "What Happened To Us" con Hammond che descrive un abbandono con parole ed interpretazione maiuscole. E ancora, l'urbanità e la ricerca tonale di "Neon Streets", l'assoluta, ruffiana competenza atmosferica di "I'm Not The Only One". Classe è la prima parola associabile a questo gruppo, al quale sono riconoscente per una decina di canzoni stupende (un paio provenienti da quest'album) che albergano permanentemente nel mio cuore, tesori nascosti condivisibili, purtroppo o per fortuna, con una ristretta cerchia italica di adepti.
Carico i commenti... con calma