“Seasons Of Life” è il nome del filone di pubblicazioni che fanno seguito all’ultimo lavoro in studio, “Baptize”, risalente al 2021. Dopo un primo EP, “The Hope Of A Spark”, uscito ad aprile, arriva questo secondo “The Moment You Find Your Flame”, prodotto ancora una volta da John Feldman, sempre su etichetta Spinefarm Records. Il terzo step prevederà per gli Atreyu l’uscita del nuovo full-lenght, il secondo con il nuovo frontman (ed ex batterista) Brandon Saller, scelto in modo saggio per sopperire al turbolento divorzio da Alex Varkatzas.

Le quattro tracce di “The Moment You Find Your Flame” riprendono il discorso iniziato dalle precedenti e aggiungono qualità. È innegabile che lavori dal minutaggio così risicato (quindici minuti in tutto) possano far storcere il naso ma nascono per traghettare i fan verso una nuova pubblicazione, pertanto, ben vengano.

Il titolo suggerisce in modo esplicito il tema che fa da filo conduttore. Come abbiamo vissuto l’attimo fuggente in cui la scintilla è arrivata ad accendere il fuoco della nostra passione? Pochi secondi, a fare da detonatore ad un’emozione forte e spontanea, sepolta da qualche parte e quasi dimenticata. Un risveglio improvviso, un’intensa boccata d’ossigeno dopo un’apnea forzata e malvoluta.

Le linee vocali di Saller sono accompagnate dallo scream del bassista Marc McKnight, che non sarà mai paragonabile a quello di Varkatzas ma riesce comunque a difendersi egregiamente.

“Good Enough” è una partenza col botto, è voglia di dimostrare immediatamente che i giri del motore sono alti. L’apertura degli archi lascia subito spazio alle chitarre e al nuovo metalcore proposto dalla band, fatto di vigore ma anche di melodia, senza dimenticare le origini.

“Immortal” si apre in modo spettrale e poco convincente, poi esplode in un ritornello catchy ma memorabile. Ci dice: “Abbiamo attraversato il fuoco e siamo risorti dalle ceneri, abbiamo scalato le montagne, ignorato le critiche e l’odio, ci avete reso immortali.”

In “Gone”, la melodia e l’aggressività rappresentano al meglio la voglia di approfondire la tematica dell’amore perduto, come conseguenza dei propri difetti di personalità. Anche in questo episodio, come nel precedente, spiccano le tonalità corali, perfette per la dimensione live ed esplicitamente create ad hoc per il pubblico. Le ottave di Saller toccano livelli altissimi, come a volersi presentare al pubblico in tutta la loro potenza.

“I Don’t Wanna Die” chiude il discorso, placando gli animi e indossando i panni della ballata. Si tratta di una delicata riflessione sull’inevitabile, sull’addio e la perdita di chi amiamo. La intro di chitarra di Dan Jacobs, che ricorda le sonorità dei primi Avenged Sevenfold, introduce un cantato profondo e un testo che si fa un po’ banale sui ritornelli:

“I don’t wanna die, cause It’s not my time and I don’t wanna say goodye”

Questo EP continua l’esplorazione dell’esperienza umana iniziata con il precedente. Scava nel profondo e mette in evidenza l’emotività, suggerendo di non trascurare o minimizzare gli attimi in cui siamo più vulnerabili. La scoperta di noi stessi e dei nostri lati più bui deve essere uno stimolo per continuare a vivere, con la consapevolezza di aver imparato ad essere più forti. Questo tema è tanto delicato quanto attuale ed è trattato da tante altre band, intente a sensibilizzare il pubblico non solo con la musica. Tutto questo va di pari passo con l’evoluzione del sound degli Atreyu, che è cambiato ma non ha assolutamente perso la qualità dimostrata in venticinque anni di carriera.

Prossimo step, il nuovo disco, “The Beautiful Dark Of Life", che incuriosisce non solo il sottoscritto.

Che la fiamma della passione continui ad ardere, in attesa delle bellissime tenebre della vita.

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