Oggi si parla di Alvaro Fella che ha scritto tutte le musiche di questo loro 2° LP e buona parte anche dei testi mentre gli arrangiamenti sono accreditati democraticamente all'intero gruppo. Mentre lo riascolto per l'ennesima volta ripenso a quella mattina del 2019 e all'amico Bartolo che mi ha chiesto se i dischi dei quali scrivo li ascolto tutti, si è la risposta, ci scrivo le mie impressioni e buona parte di cose lette ed impietosamente copiate dal WEB ma mai senza aver ascoltato il disco almeno due volte. Qui è diverso, il disco l'ho consumato e non era manco di mia proprietà perchè l'avevo avuto in prestito dall'amico Franco che aveva avuto l'intuizione del farlo suo, chissà se attratto dalla copertina o da cosa altro visto che di loro non se ne parlava tanto e presto sono finiti nel dimenticatoio. Lavoro roccioso al quale sono molto affezionato, voce strepitosa da cartavetrata con testi duri e crudi che li hanno fatti bandire dalle trasmissioni radio di allora, maturità musicale con momenti acustici felicemente mescolati con quelli elettrici che si integrano in una cosa sola con le parole e, se ci pensate bene, è cosa rara nel prog italiano per un intero LP. Album che non deve mancare a chi è appassionato di rock italiano e per me vale le classiche 5 stelle. Non so se mai abbiano fatto una reunion ma darei molto per sentirli una volta live (questo scrivevo nel 2019, la reunion l'hanno fatta ma me la sono persa). Il loro lavoro che segna il passaggio dalla forma canzone al lavoro di gruppo che risulta aspro e pungente raccontando nulla di più di quello che ognuno di noi conosce ma che nessuno osa denunciare e ne hanno pagato lo scotto con la censura radiofonica mentre i loro testi e le sciabolate strumentali hard stanno bene al fianco dei migliori Atomic Rooster o i Jethro Tull.
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