Della serie "meglio soli che ben o mal accompagnati..."

A seguito della morte per tumore del marito, Fern coraggiosamente si mette in viaggio su un van adibito a “casa”, lavorando di volta in volta per piccoli periodi in diversi posti, tipo un deposito di Amazon, la catena di ristorazione Wall Drug, un rivenditore di pietre, nei campi di raccolta di barbabietole ecc, attraversando gli States dal Nebraska alla California e viceversa, lungo la strada si ferma in parcheggi che ospitano caravan, roulotte con tanta gente simile a lei, gente che per un motivo o per un altro preferisce vivere senza mettere radici, gente che però non le assomiglia, ognuno ha la sua storia e ognuno è fatto a modo suo ma tutti rispettano gli altri nel loro singolare viaggio verso un futuro pressochè incerto, aiutandosi per lo più senza nessun secondo fine o interesse e cercando una sorta di pace interiore che stenta a rivelarsi ma nonostante ciò persistono nel loro viaggiare e niente, anzi no, il momento che più ho sentito vicino è stato quando si ferma lungo la costa in una giornata invernale grigia e ventosa con la bellezza del rumore e la visione delle onde che ripetutamente si frangono e si ritirano, bei pezzi al pianoforte di Ludovico Einaudi che fan da soundtrack.

Ecco, tutto qua.

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