Aube e Maurizio Bianchi insieme. Cosa può generare un incontro simile?
66 minuti di musica in quattro tracce (!), ecco cosa può generare. Un epoca intera che si ricostituisce sotto i nostri occhi inutilizzati. Immaginiamo la smaterializzazione di una persona e il subitaneo cancellamento del soggetto. Immaginiamo la sostituzione di qualsiasi comunicazione, anche postuma, col persistere di una capacità retinica autocosciente che vanifichi la distinzione tra comunicare, auto-comunicare e immaginare. Immaginiamo due personaggi in viaggio verso il nulla che spinti a velocità folle comincino a perdersi nello spazio vuoto e diventati Inconsistenza si trasformino in ricordi.
'Junkyo' è più o meno questo stato di cose. L'elettronica eonica di Aube che incontra i nastri magnetici di un Maurizio Bianchi in formissima. Tutto comincia con un buio che viene riempito di pianeti, di rotazioni, di stelle. Poi uno scivolo orizzontale ci conduce verso la seconda parte di "Gog's Attack". Veramente ottimo. "The Lamb's Sacrifice" è la diretta continuazione del primo brano ma la trasformazione di questi due esseri, di questi due astronauti raggiunge un diverso livello di astrazione.
La classe che effonde da questo lavoro non può prescindere dal curriculum di questi due mostri dell'underground contemporaneo. Due personalità talmente importanti, talmente leggendarie (soprattutto il Bianchi) che non è facile (per me) mantenere il distacco necessario per parlarne, per descrivere. Per "cercare" di descrivere. Questa mia considerazione non si rivolge solo al passato di questi due musicisti, ma al fatto che abbiano fatto qualcosa insieme (fatto questo già più che sconcertante), e che lo abbiano fatto per giunta di recente.
La recensione comunque è finita. Cinque.
Elenco e tracce
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