L'amico magico è tale perché riesce a far emozionare le persone con i suoi racconti carichi di ricordi e sentimento: una goliardata con gli amici, il primo amore, i dolori della guerra. Lui racconta e noi ascoltiamo. A volte piangiamo.

Gli Avion Travel (ormai non sono più una piccola orchestra) hanno dedicato un disco al loro amico magico, Nino Rota, che a dire il vero è un po' l'amico magico di tutti noi. Con la sua musica ha dato una melodiosa voce al cinema italiano e a un popolo che sperava nel futuro dopo la gravosa esperienza della guerra. Per le sapienti menti del cinema d'oro ha scritto, scritto, scritto. Non solo per "la Patria". Grazie alla qualità delle nostre pellicole ha avuto l'onore di scrivere anche per qualcuno oltreoceano..

Il disco è stato arrangiato dagli stessi Avion Travel con l'aiuto del Maestro Fabrizio Francia per la parte orchestrale. Chi poteva pensare che delle colonne sonore potessero diventare dei piacevoli pezzi jazz? L'orchestra è quasi un aggiunta, non sono gli Avion a inserirsi, quasi a voler cercare un posto in un mondo che non gli riguarda. Eh si, perché un progetto del genere rischia di essere altezzoso e prepotente. Invece gli Avion Travel riescono a non snaturare le partiture, lasciandosi accompagnare a volte con giusta decisione da fiati e violini, mentre un ronzante sintetizzatore fa da sottofondo. è un disco che culla, senza alcun dubbio, ma mai noioso.

I film che possiamo rivivere sono nell'ordine: "La dolce vita", con la traccia iniziale "Parlami di te", una delicata serenata accompagnata da pianoforte e contrabbasso seguita subito dopo da "Pelle bianca", un brano di Caetano Veloso che Peppe Servillo ha adattato in italiano. Poi andiamo in America. I due brani seguenti sono tratti da "Il Padrino", "The Immigrant" e "Brucia la terra", il primo dei quali è un amoroso corteggiamento di chitarra e orchestra...sul secondo non mi azzardo nemmeno a parlare. Chiunque conosce quel laconico canto cantato in un siciliano inglesizzato. Per la prima volta nel disco si sente un sintetizzatore elettronico. Molto gradevole. Seguitando nell'ascolto passiamo alla romanticissima "Ai giochi addio" tratta dalla colonna sonora del "Romeo e Giulietta" di Zeffirelli. Questo pezzo vorrei segnalarlo come il migliore dell'album. Non ho parole per descrivere il trasporto che ho provato nel sentire questa struggente melodia. Che deve infatti essere seguita da un pezzo di adeguata carica. Ve lo ricordate "Film d'amore e d'anarchia" di Lina Wertmuller? La "Canzone arrabbiata" era cantata da Anna Melato. Questa versione proposta nell'album non sfigura. Ne esce un altro aspetto. Più distaccato e forte rispetto alla versione cinematografica. Un altro pezzo degno di nota è "Amarcord" (una delle più famose melodie di Rota), dall'inizio un po' anni '80 forse, ma certamente piacevole. Facciamo un giro a Napoli? "Llà rì lli rà" da "Le notti di Cabiria" ci riporta sulla terra con un magnifico pezzo dialettale. Proprio quello in cui hanno fatto il miglior uso del sintetizzatore moog. Forse per creare un marcato stacco con la seguente "Gelsomina" tratta da "La strada", in cui i protagonisti sono solo Peppe Servillo e l'orchestra. Il pezzo più allegro di tutti è "Bevete più latte", da "Le tentazioni del dottor Antonio" (episodio del film "Boccaccio 70"), divertente jingle da periodo fascista. E il ritmo viene mantenuto con la seguente "Quello che non si dice". Da "Il padrino". Il disco chiude in bellezza con un ripresa da "Amarcord" e, ovviamente, "La passerella di 8 e 1/2", piacevole brano che tanti spettacoli ha chiuso.

Non avete notato niente?  Federico Fellini amava moltissimo Rota. Così tanto da averlo scelto per la pressocché totalita dei suoi lavori. E se fosse lui l'Amico Magico?

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