Guarda è stato davvero un bel concerto! E poi alla fine hanno suonato cinque bis stratosferici pizzicando due brani da The Circus leave Town, l’ultimo capitolo dei Kyuss, e tre dall’esordio dei QOTSA. La tellurica Hurricane su tutte ! Non potevo andare a letto più felice di così!..

Si perché il buon Alfredo Hernandez, batterista nell’ultimo album dei Kyuss e tra i fondatori dei QOTSA, dove suona nel primo album, nonché fondatore degli Yawning man insieme a Mario Lalli (ricordo che Catamaran suonata dai Kyuss è una loro cover.. ) agitatore dietro alle pelli nei vari Generator party a cui partecipavano gli imberbi Homme e Garcia in qualità di spettatori e con collaborazioni e progetti paralleli sempre di tutto rispetto nell’ambito di quel desert rock che ha fatto così tanti proseliti, ecco dicevo il buon Fredo è ancora sulla breccia ed ha sfornato da poco un nuovo album con la sua nuova band, gli Avon (che guarda caso è il titolo di una canzone dei QOTSA..).

E gli Avon suonano proprio qui, nella nebbiosa Brianza ad un passo da me. L’unica volta che ascoltai Alfredo dietro le pelli, fu in uno dei primi concerti dei QOTSA in Italia, a Cascina Monluè, un magnifico complesso rurale nei pressi di Linate, con annessa deliziosa chiesa del XIII secolo, sfregiata dal traffico di una tangenziale che la sfiora da vicino.

Un luogo magico Cascina Monluè per il sottoscritto.

.. Era il 16 giugno del 2001, ed eravamo in pochi sotto il palco: sul palco Josh Homme ancora magro, giovanissimo e con una t-shirt bianca, uno strafattissimo Olivieri in t-shirt nera ed un composto e mai fuori dalle righe Alfredo.

Intorno a noi sparute bancarelle che propongono ammennicoli indiani, collanine tibetane e pantaloni peruviani. Insomma avete capito il mood.

E sullo sfondo: il campanile in mattoni della chiesa di San Lorenzo con la sua facciata semplice, a capanna. Guardo il campanile, ragiono sulla fantastica accoppiata rock-medioevo e penso tra me e me.. “Mi piacerebbe visitarla ” …. Chissà un giorno ci ritornerò.

E’ lì, che alla fine del concerto ho comprato la mia T-shirt cult, maglietta che tuttora sfoggio con orgogliosa eleganza ai concerti e che recita con un carattere da videogioco: QUEENS OF THE STONE AGE – DESERT PALM , CALIFORNIA; payoff asciutto senza fronzoli, così come i primi vagiti musicali dei Qotsa il cui esordio discografico tuttora ergo a pietra miliare.

Lo ricordo bene quel loro primo album che comprai a Milano in Corso di Porta Ticinese dal “Barba”.. Ricordo come fosse ieri: mi recai da Supporti Fonografici prima di presenziare ad una delle ultime revisioni pre-tesi. La copertina B-movie mi solleticava la fantasia durante il tragitto in autobus in direzione Bovisa, dove da poco avevano iniziato a decentrare alcuni corsi della facoltà di architettura. Che per uno del vecchio ordinamento come me, abituato a Città Studi, era una tortura la Bovisa, la quale comunque regalava scorci post industriali molto poetici…. Poi col tempo divenne più accogliente.

E dopo 15 anni il cerchio si chiude (Q) per un fanatico del gruppo come me della prima ora e dei loro primi grezzi suoni ; si perché questo “MAD MARCO” pare in alcuni tratti la naturale prosecuzione dell’esordio dei Qotsa, di quelle Regine che dopo essere diventati una rock band da stadio non mi interessano più tanto… Si perché preferisco di gran lunga le band che si muovono nel sottobosco musicale, in una sorta di limbo erbaceo che sa di rugiada e che li mantiene più freschi e meno imbolsiti, lontani dal divismo e da proselitismi vari, animati da una vera passione per la musica - lontana anni luce dallo showbiz - e che a cinquantanni ti fa girare l’Europa su un Ford Transit bordeaux scassato per fare musica nei piccoli Club di provincia

Rock da età della pietra quindi e suono che mi catapulta là dove ero rimasto in un feedback di ricordi senza nostalgia : il power trio regala un groove energico che si muove nei canoni del desert-rock con profumi anni 90 dal sentore vintage, ma per nulla paraculo. Alfredo è un tipo onesto con se stesso ed è vero il frontman del combo californiano: la sua batteria rulla precisa, scandisce il tempo come un metronomo ed è il motore del gruppo, i riff della chitarra sono pungenti e si arzigogolano ed amalgamano nel suono, la voce rock di James Child è talvolta graffiante, di sicuro molto cool e ben impostata, non da meno il basso che impasta il tutto.

Fallen, Smash and down [ https://www.youtube.com/watch?v=7HZAdd_6FTQ ] e Never again puzzano maledettamente di Qotsa della prima ora, Mad Marco [ https://www.youtube.com/watch?v=6INYHJ4hN5o ] ha un suono lievemente diverso, forse la loro vera cifra stilistica, Yvonne the avon lady ha un piglio alla Nirvana!...e non mancano episodici acustici come No one but you ed altri dal sapore psichedelico.

Un album completo ben piantato nel 2016 ma con un piede negli anni novanta, undici tracce da scoprire, per nostalgici e non. Un masterpiece del genere.

Supportateli live! [ https://www.youtube.com/watch?v=zGMgjSprrCY ]..

.. esarà un bel sentire.

Ho fatto un viaggio nel tempo e nella memoria;

vi lascio devo finire di preparare la tesi.

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