Azarath, un nome che a molti di voi non dirà proprio niente; e lo spero bene, nemmeno a me, almeno fino a poco tempo fa, diceva niente. Quel che è grave è che ora che li conosco, ancora non mi dice niente. Triste inizio il mio, ma ci tenevo a spiegare subito il motivo del mio voto, che ad essere sinceri è arrotondato più per eccesso che per difetto. Provenienti dalla Polonia, terra che come ho già detto altrove, ha dato i natali a numerose Death Metal Band (ricordo i soliti Vader, Mutilation, Trauma, Sceptic, Decapitated) gli Azarath hanno fin'ora dato alle stampe due soli Lp, "Demon Seed" e questo "Infernal Blasting" del 2003. Ho scelto di recensire il secondo, anche se cronologicamente posteriore, perché tra i due è il migliore è sviluppa meglio le idee del primo; tuttavia tra i due non c'è questa grande differenza e probabilmente avrei finito per dare ad entrambi lo stesso voto.
Il loro sound è molto simile a quello di un complesso di conterranei (dei quali, chi conosce il genere, avrà notato la mancanza nell'elenco soprastante) vale a dire i Behemoth: il sound è cioè un misto tra Death e Black metal e, alla stregua dei sopraccitati, anche gli Azarath hanno iniziato privilegiando il Black (in "Demon Seed" c'era perfino una traccia intitolata "Deathlike Silente", probabile omaggio alla "cult label" di Euronymous) per poi spostarsi progressivamente verso i lidi del Death (un processo inverso a quello degli storici gruppi Black norvegesi come Dark Throne, Immortal e Mayhem). Ora, devo ammettere che non ho mai amato particolarmente i Behemoth, ma ad onor del vero il loro modo di suonare è abbastanza personale; che adesso ci si mettano anche questi tizi qui a scopiazzare mi sembra esagerato, soprattutto considerato che la scelta di mescolare due generi estremi ma distinti come Black e Death non è delle più facili. Gli Azarath, come è successo ai loro ispiratori (almeno a parer mio) finiscono per sacrificare l'atmosfera del Black al Death e la potenza di quest'ultimo, al primo. Fallimento totale? No, sarebbe disonesto dirlo, ma credo che una proposta del genere lasci a bocca asciutta tanto i fan dell'uno quanto quelli dell'altro genere. L'album si compone di nove canzone le cui tematiche sono in bilico tra i "sanguinamenti" Death ("Born To Rot", "Joy Of Mutilation") e le più frequenti "satanate" Black ("False God Burn In Hell", "Christcum") e per quanto mi riguarda sono entrambe trattate con la medesima approssimazione che accontenta tutti e nessuno. In realtà, salvo casi eccezionali, non è che me ne freghi poi tanto delle lyrics, ma per gli Azarath offrono l'occasione per fare un bel parallelismo con l'aspetto compositivo. Con lo stesso spirito con il quale scrivono i testi, i polacchi scrivono la musica: il risultato è un'accozzaglia di luoghi comuni dei due generi proposti, blast beat e growling mescolati alla bell'è meglio con riff vagamente Black. La tecnica degli esecutori è buona, anzi, più che buona, ma non basta. Dietro alle pelli, il batterista fa di tutto per farsi sentire, ma la sua prestazione (per quanto la migliore del gruppo) non convince appieno e annoia in fretta; controtempi e accelerazioni degne di nota si spengono nella banalità dei brani, veramente gracilini. I chitarristi poi, vero endoscheletro della band, riescono solo a riproporre riff che si possono trovare a migliaia senza neanche uscire dai confini della Polonia (basta scartabellare tra i dischi dei compatrioti che ho citato all'inizio). Gli assoli, sono così scontati che, avendo ascoltato un po' di metal dal 1983 ad oggi, si possono predire prima ancora che inizino a suonarli: le solite quattro scale messe in fila e suonate ai cento all'ora. Il cantante, come i suoi compari, è sufficiente ma niente di più: un growling discreto mal si accompagna ad uno screaming poco convincente che non riesce a dare verve al prodotto. Infine il solito bassista-fantasma che c'è e (soprattutto) non c'è; la produzione ha delle responsabilità in questo, anche se in altri contesti sarebbe stata molto buona perché limpida ma potente.
"Infernal Blasting" è un cd che non mi sento di consigliare a nessuno che non sia proprio un fan sfegatato del Black Death (non quello alla Dissection, quello meno melodico): in quel caso, dopo essersi chiesto per qualche giorno mangiando solo albicocche se è veramente un fan sfegatato del Black Death, il fan sfegatato del Black Death potrebbe anche farci un pensierino dal momento che il genere non conta così tanti rappresentanti. Ma credetemi, cercando potreste trovare di meglio.Elenco tracce e video
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